“Open innovation”. Traducendo: innovazione aperta. Un paradigma, ormai sempre più in voga tra le imprese nordamericane ed europee, in base al quale un’azienda ricerca spunti, idee e soluzioni innovative provenienti dall’interno e dall’esterno dell’azienda. Ma anche una sfida per chi vuole fare impresa guardando al futuro. Una sfida «strategica ed indispensabile» ora raccolta da Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjobmetis, colosso gallaratese in ambito di somministrazione del lavoro.
Ieri, approfittando della vetrina rappresentata dalla Star Conference in Borsa a Palazzo Mezzanotte, il numero uno di Openjobmetis ha reso di pubblico dominio la notizia dell’avvio di un nuovissimo progetto di “open innovation”.
Un progetto che prevede la creazione di un’unità operativa ad hoc all’interno della sede gallaratese, guidata da Elisa Fagotto, chiamata ad operare a stretto contatto con la società di consulenza Mind The Bridge, il cui senior advisor è Alberto Onetti, docente di Corporate strategy e Innovation management del dipartimento di Economia dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese.
Fondamentalmente sono due gli ambiti di azione del nuovo progetto: da un lato, si punta molto su modelli di innovazione tecnologica per essere sempre più competitivi nel cosiddetto “core business”- basti pensare alla app “Shake Job”, ideata per il settore della ristorazione («oggi è una realtà che funziona e ha iniziato a fare ricavi», ha dichiarato il patron Rasizza) -; e dall’altro si cerca di implementare nuovi modelli di business, come nel caso della partnership attivata con la start up Lendix, una piattaforma web francese di prestiti alle imprese già operativa in Italia dalla scorsa primavera.