«In quindici anni le pensioni dei varesini hanno perso il 30% del loro valore». Lo dichiara Oriella Riccardi della segreteria dello Spi Cgil che, assieme al segretario generale della categoria Dino Zampieri (nella foto), tracciano lo stato di salute della categoria più numerosa del sindacato. Una “categoria” che, ricordiamolo, rappresenta oggi un pilastro della società: su tutto le attività di volontariato e il contributo al bilancio di molte famiglie, dove i pensionati rappresentato uno dei principali ammortizzatori sociali. Brutto a dirsi, perché i nonni hanno un valore affettivo senza prezzo ma è altrettanto vero che ogni famiglia deve far quadrare i conti alla fine del mese. E senza gli anziani, in molti casi sarebbe un guaio. Ecco perché è oltremodo preoccupante la dichiarazione sulla devalorizzazione delle pensioni varesine.
«Purtroppo – aggiunge Riccardi – in questi anni non vi è stata una rivalutazione della rendita pensionistica rispetto al costo della vita. Senza dimenticare gli altri problemi, con una flessibilità in uscita che, negli anni, è stata via via ritardata, diventando la peggiore d’Europa. Una questione che va di pari passo con le pensioni per i giovani». Sempre che i giovani la vedranno, visto che le famose “buste arancioni” che stanno arrivando dall’Inps, comunicano accessi alla pensione attorno al 2050, provocando capelli bianchi istantanei ai trentenni e ai quarantenni. Ritornando ai pensionati prealpini di oggi «la stragrande maggioranza di essi – sottolinea Zampieri – riceve meno di 1.200 euro al mese. Poco. Troppo poco. Capiamo che la cancellazione della legge Fornero sia improponibile, ma qualche accorgimento graduale va effettuato. Si tratta di proposte che stanno emergendo dalle assemblee che porteranno al congresso generale della Cgil del 2019. Lì chiederemo sostanzialmente una rivisitazione sul collegamento fra l’andare in pensione e le aspettative di vita e una maggiore flessibilità in uscita. Inoltre ci batteremo affinché le donne che curano un figlio disabile o un genitore anziano, possano conteggiare quel periodo a fini pensionistici. In tal senso ci muoveremo con Cisl e Uil e l’8 giugno presenteremo il documento congressuale conclusivo con le proposte dettagliate».