Non sarà il DC-9 del Mundialperò trasportò il Papa santo

La Prealpina - 12/05/2016

n DC-9 (nella foto Blitz sopra), bireattore di notevole successo commerciale prodotto dalla Douglas a partire dalla seconda metà degli Anni Sessanta, Volandia lo prenderebbe a occhi chiusi anche se fosse un anonimo velivolo appartenuto a un privato. Figuriamoci se si tratta di quello in dotazione al 31esimo Stormo, ceduto dall’Aeronautica militare alla Boeing e, successivamente, ad Alitalia. Un aereo che ha effettuato voli di Stato per diversi anni, che ha trasportato non solo il presidente della Repubblica Sandro Pertini, ma anche il picconatore Francesco Cossiga e il suo successore Oscar Luigi Scalfaro. Un aereo che ha ospitato persino Giovanni Paolo II, il papa polacco proclamato santo due anni fa. Un aereo che è però soltanto il DC-9 gemello (identico in ogni aspetto) a quello che riportò in Italia la Nazionale campione del mondo nell’82, danneggiato a causa di un incidente a Mosca e andato perso.

«Ma per noi non cambia nulla», spiegano da Volandia, compatta attorno al suo presidente Marco Reguzzoni in un’operazione verità che – ne sono convinti – porterà più benefici che critiche. «Pensate: Volandia sarà l’unico museo al mondo in cui si potrà visitare un aereo che ha trasportato un santo», dice il numero uno del Parco e museo del volo. «Un velivolo dall’altissimo valore storico, utilizzato da Giovanni Paolo II nei suoi viaggi verso Est per abbattere la cortina di ferro». Che il DC-9 abbandonato da anni in un angolo del piazzale di Fiumicino non fosse quello di Spagna ‘82 lo ha scoperto proprio il comitato scientifico di Volandia, attraverso la segnalazione di alcuni appassionati di aeronautica. Inizialmente si pensava fossero dei mitomani, e invece mettendo insieme i pezzi di una storia difficile da ricostruire (trattandosi di un aereo presidenziale molti dei documenti ufficiali sono verbali segreti del Sismi) è venuta a galla una verità sommersa, ovvero che c’erano due aerei gemelli, diversi soltanto dal numero di matricola. Una volta chiarito il quadro, Volandia avrebbe anche potuto fare finta di nulla e forse nessuno se ne sarebbe mai accorto. «Ma scherziamo? Siamo un museo non un baraccone», riferiscono i vertici del Parco e museo del volo di Case Nuove. Cda, comitato scientifico e gruppo volontari non hanno avuti dubbi: il trasferimento alle ex Officine Caproni non è mai stato messo in discussione, perché si tratta di un pezzo da collezione originale, praticamente integrale e dunque dal valore museale immenso.

Il convertiplano esposto a Volandia, per esempio, è soltanto un mockup, ma non per questo sminuisce il significato intrinseco che porta con sé. Così come non interessa a nessuno sapere a chi fosse appartenuto il DC-3 posizionato al centro del padiglione Ala Fissa, perché è lì a rappresentare tutti gli esemplari di DC-3, il primo aereo da trasporto merci e persone che ha volato su Malpensa. Ecco perché, seguendo questo ragionamento, «anche il simbolo della Nazionale di Spagna ‘82 ci sta ancora tutto», dicono da Volandia. «Attraverso questo esemplare racconteremo la storia del Dc9, allestendo aree dedicate ai personaggi illustri che hanno volato a bordo dell’aereo, un elemento unico e rievocativo della storia e della cultura aeronautica italiana».

Il presidente Pertini, Papa Wojtyla, e, perché no, anche la Nazionale campione del mondo a Spagna ‘82. Non cambia dunque il copione, ma anzi si arricchisce di una ulteriore novità: è stata avviata una collaborazione con il museo delle cere di Roma per ricostruire all’interno del salottino la celebre scena della famosa partita a carte tra il Capo dello Stato Pertini, il commissario tecnico Enzo Bearzot, il capitano Dino Zoff e Franco Causio. «Non roviniamo la poesia», scriveva ieri un sostenitore del museo su Facebook. Volandia non ha intenzione di deluderlo, anche se la verità è diversa da quel sogno nazionalpopolare che per due mesi ha illuso l’Italia intera.