e Diminuisce il popolo degli artigiani – in cinque anni ne sono stati tagliati 110mila – eppure ci sono dei mestieri che non sono stati scalfiti dalla crisi. Qualche esempio? Tatuatori, giardinieri, meccanici, panificatori e pasticceri. Resistono e crescono e a fine 2017 hanno raggiunto numeri consistenti. Ad affermarlo sono Unioncamere e Infocamere nella loro fotografia sull’imprenditoria artigiana. In cinque anni i panificatori e i pasticceri sono aumentati di 1355 unità mentre i tatuatori hanno fatto registrare un vero e proprio boom con un incremento di 4mila attività avviate.
Un quadro che riflette anche la situazione varesina, con qualche differenza. Una su tutte: non tutti sono rimasti indenni dalla crisi. I panificatori, ad esempio, hanno dovuto combattere ma resistono e pieno titolo. A tal punto che sono parecchie le persone che, perso il lavoro, hanno scelto di frequentare i corsi professionali serali per reinventarsi un mestiere.
«Negli anni duri della crisi – racconta Franco Borroni, direttore dell’associazione panificatori della provincia di varese – ricevevamo due o tre telefonate al giorno di persone che chiedevano di poter imparare un mestiere. Così abbiamo attivato i corsi serali che hanno dato una preparazione professionale. UNa opportunità in più, ma è chiaro che non per tutti c’è posto nel mercato del lavoro». Perchè la crisi negli anni scorsi ha colpito e anche perchè ogni anno in provincia si sfornano nuove generazioni di fornai con le scuole di Saronno, Busto Arsizio e Varese. «La nostra categoria resiste – continua il direttore – e la maggioranza dei panifici sono a conduzione familiare. La via maestra è riuscire a rinnovarsi pur mantenendo la tradizione. Noi suggeriamo sempre, ad esempio, di diversificare i prodotti, di specializzarsi. E i risultati arrivano. Le nuove generazioni, ad esempio, hanno creato angoli di caffetteria o isole per poter pranzare con pizze e focacce. Così ci si differenzia dai centri commerciali, personalizzando».