Una storia parallela che dura da oltre 60 anni: da un lato della Statale c’è la Whirlpool, dall’altro un benzinaio con officina. Un’attività fondata nel 1950 proprio accanto alla primissima sede della Ignis. Ora tutto sta per cambiare e gli ultimi gestori sono preoccupati dopo l’annuncio ufficiale della multinazionale degli elettrodomestici di voler lasciare entro inizio 2017 la storica sede di Comerio. Tutti gli uffici del quartier generale Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) saranno chiusi e i 500 dipendenti trasferiti a Pero, al Perseo Expo District.
«Ci sono giornate in cui l’80 per cento, per non dire il 100 per cento del nostro lavoro è legato in qualche modo a Whirlpool – raccontano Francesco Caturano e Rosetta Moraca -. Noi siamo qui da 15 anni ma da sempre, da metà del secolo scorso, il centro è stato collegato alla nascita e allo sviluppo dell’azienda. Non solo per la benzina, ma anche per il cambio gomme o il lavaggio. Prevediamo un calo importante: speriamo almeno che, dopo l’uscita di scena, arrivi qualche altra realtà produttiva, altrimenti saranno dolori per tutti».
In questa storia quasi centenaria, molte altre attività sono nate come satelliti o a supporto: l’hotel Belsit, voluto proprio da Borghi, come il ristorante, ha sempre accolto le delegazioni internazionali in arrivo nel centro direzionale europeo. E fra un anno che cosa succederà? I turisti innamorati dei laghi riusciranno da soli a colmare il vuoto lasciato dai trolley del business? Chissà, per ora, all’indomani della novità, in un giovedì che alterna pioggia a sole, Comerio si lecca le ferite, abituata com’è a considerare lo stabilimento sul “balcone di Lombardia” parte integrante del panorama su laghi e monti. «Le persone ne parlano, certo, anche se la notizia forse è ancora fresca», dicono dalla macelleria nella via principale. «Tanti entrano e commentano la vicenda – conferma Gioi Talaio dal suo bar -. Anche per le attività le conseguenze saranno pesanti: nel nostro locale capita di vedere dipendenti, fornitori, addetti alle pulizie, anche se non dipendiamo da quello per lavorare. Whirlpool fa parte della storia del nostro paesino».
Ma c’è anche chi non è così sconvolto: «Ci allarmiamo quando non possiamo farci più niente, la verità è che molte realtà importanti del nostro territorio se ne sono andate da tempo – commenta per esempio Giuliana Corzato dal suo alimentari -. Succede così anche con la difesa dei piccoli negozi: si dice a parole, poi vanno tutti nei supermercati e qui si muore. Fra pochi anni non rimarrà niente, potrebbero anche trasformare tutto in zona pedonale». E poi c’è anche chi ha appena tirato su la saracinesca senza pensare troppo ai vicini eccellenti. Come il ristoratore Tristano Pettine, che aspetta i primi clienti nella nuova trattoria vicina alla Statale: «Non bisogna restare ancorati al passato, il mondo cambia e anche gli imprenditori devono adeguarsi, puntando su qualità, innovazione e coraggio – risponde -. Noi l’abbiamo fatto: chi vuole premiare un’attività si sposta per conoscerla, con o senza Whirlpool vicina». L’intero territorio, a livello politico e istituzionale, intanto, ha lanciato l’allarme sull’indotto e ribadito che la perdita di Whirlpool è un duro colpo per la provincia industriale. Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni non ha diramato note ufficiali ma, rispondendo ad alcuni giornalisti, si è detto dispiaciuto come varesino, ma convinto anche questa sia una buona notizia per la Lombardia che produce.