Mondiale bis a Varese?Oldani: «Costerebbealmeno 15 milioni di euro»

La Prealpina - 22/03/2016

Un altro Mondiale su strada a Varese? Mai dire mai… Brian Cookson, presidente dell’UCI, nel giorno del Trofeo Binda a Cittiglio ha lanciato la suggestiva ipotesi lodando un territorio che ha il ciclismo nel sangue. Ed ora la città giardino riflette su un’idea che potrebbe non esser poi così campata per aria. Non lo è di sicuro per Renzo Oldani, che fu vicepresidente e infaticabile protagonista della Varese 2008 Spa, ora impegnatissimo nell’allestimento della Tre Valli Varesine del 27 settembre ma pure proiettato verso il sempre più vicino sbarco della corsa della Sc Binda nel World Tour a partire dal 2017. «Per carattere non dò mai nulla per scontato, dunque non dico “no” a priori. Ma è chiaro che per potersi approcciare ad un progetto simile occorrerebbero basi solidissime, altrimenti si rischierebbe una figuraccia… mondiale».

Per basi solidissime – ça va sans dire – s’intendono disponibilità economiche importanti, non senza il totale coinvolgimento delle istituzioni, dalla Regione al Comune, così come del Governo centrale. Accadde così anche otto anni fa, ma con una distorsione che portò tanti benefici al territorio e ben pochi a chi s’era assunto l’onere di organizzare l’evento: «Nel Varesotto – ricorda Renzo Oldani, presidente della Società Ciclistica Alfredo Binda – arrivarono finanziamenti per ben 26 milioni di euro, ma soltanto una minimissima parte venne destinata alla Spa iridata. Fu il territorio a poter beneficiare di quasi tutta la torta, mentre a noi sarebbe bastato avere il 10 per cento. Ma non fu così».

Quel Mondiale, anche alla luce delle ultime edizioni non proprio scintillanti, viene però ricordato come il migliore di sempre per qualità complessiva dell’evento… «Il migliore in assoluto – conferma Oldani -. Negli anni successivi, in alcuni casi, il quadro è apparso desolante se rapportato a Varese 2008».

Ma lei sarebbe pronto a raccogliere una nuova sfida? «Per la Binda sarebbe impossibile: pur con tutta la buona volontà, non si può pensare di far ricadere l’intero peso di un Mondiale su una società come la nostra. Bisognerebbe semmai fare squadra. Ma occhio ai costi…». Cioè? «Rispetto ad otto anni fa sono aumentati. Ed è ancor più rilevante la cifra necessaria per la sola acquisizione dei diritti. In totale, servirebbero almeno 15 milioni di euro».

Nel frattempo, ogni sforzo è concentrato sull’edizione più importante della Tre Valli. Perché il 27 settembre (location di partenza da definire, in lizza due o tre Comuni; arrivo nel cuore del capoluogo) arriveranno gli ispettori dell’Uci deputati ad esaminare la candidatura per il World Tour dal 2017. «Ne ho parlato a Sanremo con il presidente federale Di Rocco, chiedendo il suo sostegno, ed ho colto l’occasione per invitare lo stesso Cookson. L’8 aprile ne riparleremo durante la riunione dell’Aiocc (l’associazione degli organizzatori di corse, ndr). Intanto, con la Varese Sport Commission stiamo preparando un pacchetto turistico abbinando alla corsa dei pro anche la Gran Fondo del 25 settembre. Comunque, per il World Tour sono fiducioso: se l’Uci non si limiterà a guardare l’aspetto economico, non abbiamo nulla da temere perché partiamo da una base organizzativa d’alto livello».