Mille dubbi sul Masterplan

La Prealpina - 24/04/2017

Se dopo un anno e mezzo di discussione il Nuovo Masterplan di Sea è arrivato alla fase del prendere o lasciare, il sindaco di Somma Lombardo Stefano Bellaria non ha dubbi: «Lascio». E lo ha fatto davvero, abbandonando la riunione dell’altra mattina al Terminal 1 prima che si concludesse.

«Presentazione non vuole dire partecipazione» spiega, entrando nel merito del piano di sviluppo di Malpensa da qui al 2030 illustrato per la prima volta a ottobre 2015 e oggi pronto per essere consegnato al Ministero dell’Ambiente per la valutazione di impatto ambientale.

«Abbiamo avanzato proposte legate alla mobilità, all’occupazione, all’impatto ambientale e acustico, ma nulla di tutto questo è stato preso in considerazione nonostante sia in relazione con lo sviluppo di Malpensa e dunque con il Masterplan. Anzi, ci hanno persino detto che ulteriori interventi compensativi sono erogazione liberale di Sea nella sua concezione di responsabilità sociale di impresa. È inaccettabile: il territorio non ha bisogno di liberalità, ma di confrontarsi direttamente. È innanzitutto una questione di dignità. Purtroppo delle tante domande che abbiamo posto non abbiamo ottenuto alcuna risposta. Per questo me ne sono andato prima che finisse, e con l’amaro in bocca». Nella fase delle osservazioni che si aprirà in sede ministeriale, dunque, il parere di Somma si preannuncia negativo. Angelo Bellora, sindaco di Cardano e presidente semestrale del Cuv, al momento sospende invece il giudizio: «Condividendo la delusione circa la scarsa partecipazione delle proposte, ora attendiamo le carte. In base a quelle faremo gli opportuni ragionamenti, non soltanto riguardo l’ampliamento del sette per cento del sedime aeroportuale – circa 60 ettari, ndr – ma soprattutto in merito agli effetti del notevole aumento di traffico aereo previsto». Preoccupa Bellora in particolare il raddoppio della Cargo city che, secondo le previsioni, passerà dalle attuali 500mila tonnellate lavorate a un milione nel 2030. E dice: «La crescita cargo va governata non soltanto per quello succederà in aeroporto, ma soprattutto per quello che accadrà fuori».

Da Ferno Mauro Cerutti non ha dubbi: «Le merci porteranno traffico, inquinamento, rumore e disagi. E il territorio cos’avrà in cambio? Così come succede con i passeggeri, con una percentuale del loro biglietto aereo tassata e dirottata ai Comuni di sedime a parziale compensazione dei disagi patiti, la stessa cosa dovrebbe avvenire con gli aerei cargo. Così come c’è un’addizionale comunale per i passeggeri, Ancai tornerà a proporre un’addizionale comunale per le merci».

Un milione di tonnellate al 2030 e 32,5 milioni di passeggeri all’anno (oggi sono circa 20) sono previsioni che non lasciano dormire sonni tranquilli, nel vero senso della parola, il sindaco di Casorate Dimitri Cassani, insieme a Somma il paese più sotto le rotte. «Siamo preoccupati perché il traffico aumenta, ma le rotte di decollo rimangono invariate. Già oggi la situazione è pesante, figuriamoci tra quindici anni con queste previsioni di crescita». Ecco perché lui è tra i favorevoli alla terza pista: «Fatta con criterio, spalmerebbe il rumore su una porzione più ampia di territorio».