Miele: cala la produzione ma non i consumi

La Prealpina - 06/04/2018

È stato un 2017 difficile per il miele italiano, con una produzione di 9,5 mila tonnellate contro le 11 mila del 2016, che già non era stato un anno generoso. Colpa del clima instabile che ha colpito duramente il lavoro delle api, frenando l’export e facendo crescere le importazioni. Ma i consumi sono rimasti stabili, favorendo il consolidamento del fatturato del miele venduto a scaffale aumentato del 5%, passando da 140 milioni di euro del 2016 a 147 milioni di euro. Sono le stime diffuse dal Gruppo di Miele di Aiipa, l’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari, le aziende che confezionano il miele per il consumatore finale e lo forniscono all’industria dolciaria e cosmetica.

«Il 2017 – spiega il presidente del Gruppo Miele Aiipa, Raffaele Terruzzi – è stato forse l’anno peggiore di sempre ma il calo dell’offerta, compensata in parte da un aumento delle importazioni, non ha condizionato eccessivamente il trend dei consumi del miele». Vale a dire 26.015 tonnellate, in leggero calo rispetto alle 26.284 tonnellate registrate nel 2016. La caduta della produzione ha inciso anche sul volume dell’export pari a 6.398 tonnellate, il 14% in meno rispetto alle 7.284 tonnellate dell’anno precedente. Sono salite, invece, del 3% le importazioni, da 22.568 tonnellate a 23.413 tonnellate, per il 65% provenienti da Paesi dell’Unione europea, Romania e Spagna ai vertici; il resto arrivano invece da Cina, Argentina e Ucraina.

Per garantirsi miele di alta qualità, il Gruppo Miele di Aiipa consiglia di verificare con attenzione l’etichetta scegliendo aziende che lo confezionano in Italia. La legislazione nazionale, infatti, obbliga le aziende confezionatrici ad indicare sempre in etichetta tutti i paesi di origine dei mieli che compongono le miscele.