Cala il numero delle assunzioni in provincia di Varese nel 2016. Sono state 103mila, a fronte delle 111mila dell’anno precedente. Non basta. Nonostante questi nuovi contratti, sono ancora 34mila le persone in cerca di una occupazione in provincia. Un numero che corrisponde a un tasso di disoccupazione pari all’8,2%, in diminuzione rispetto al 9% del 2015. Ma c’è un terzo elemento ed è quello più preoccupante: i giovani (con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni) che non riescono ad entrare nel mondo del lavoro hanno raggiunto il 36,7%, in crescita di oltre quattro punti rispetto al 2015. Il quadro tracciato dall’ufficio studi della Camera di Commercio, insomma, è preoccupante.
«Noi non possiamo rassegnarci di fronte a numeri così alti di disoccupazione giovanile – commenta Umberto Colombo, segretario provinciale della Cgil – in una provincia così altamente industrializzata come la nostra. E’ necessario rafforzare il collegamento tra scuola e impresa. E le aziende, da parte loro, devono innovare, non soltanto nei prodotti e nei processi, ma anche con investimenti in risorse umane. Chi lo ha fatto in questi anni difficili è riuscito a vincere la crisi». Eppure, i ragazzi che frequentano le università varesine, riescono a trovare lavoro in tempi brevi. «È vero ed è un grande vanto per il nostro territorio avere due atenei con grande occupabilità – sottolinea Colombo – Sarebbe fonte di ulteriore sviluppo e crescita se i ragazzi fossero inseriti in aziende della provincia».
Sta di fatto che i numeri snocciolati dalla Camera di Commercio «confermano quanto rilevato anche dal nostro osservatorio – sottolinea Colombo – E c’è poco da essere ottimisti. Perché il miglioramento complessivo c’è, ma è lieve. Inoltre, se Varese, fino a qualche anno fa, si distingueva per primati positivi a livello lombardo, ora accade il contrario. La nostra provincia ha un dato superiore rispetto alla media lombarda».