Massa Carrara: Camera di Commercio a rischio chiusura

Altra Testata - 01/09/2016

ILTIRRENO.IT

 

Nel 2018 la provincia di Massa Carrara perderà anche la Camera di Commercio. Se dovesse passare la proposta di decreto legislativo di riordino delle funzioni e del finanziamento degli enti camerali, così come è stata approvata pochi giorni fa dal Governo, la Camera di Commercio è destinata a scomparire con effetti imprevedibili per le quasi 23mila imprese e per tutto il tessuto economico.

È l’allarme che lancia Dino Sodini, presidente della Camera di Commercio: «Effetti che sono ad oggi incalcolabili – spiega – perché questa riforma rischia solo di provocare danni alle imprese e di decelerare una ripresa faticosa nel momento economico più delicato del dopo guerra. La riduzione del diritto annuale sarà un risparmio ridicolo per le imprese a fronte dei contributi, degli incentivi per le attività e l’internazionalizzazione e dei servizi che vengono erogati. La Camera di Commercio è rimasto l’unico soggetto, dopo la chiusura della Provincia, a stimolare la promozione e lo sviluppo delle imprese, soprattutto quelle più piccole. Dal 2018 la nostra sede non avrà più nessun ruolo, ma sarà solo un ufficio periferico. Le decisioni importanti verranno prese altrove. Perderemo un altro presidio importante e strategico».

Il quadro che delinea il presidente è dei peggiori e il taglio del diritto annuale del 50% produrrà un risparmio medio, dal 2017, di appena 54 euro per le imprese. «Il diritto camerale insieme ai servizi esclusivi erogati dall’ente camerale – spiega ancora- garantivano una capacità di riversare direttamente sulle imprese, e quindi sul territorio, risorse importanti destinate ad incentivare quei processi che altrimenti, da sole, non sarebbero riuscite a compiere. Penso alle fiere dove senza il contributo molte piccole imprese non potrebbero nemmeno affacciarsi ai mercati internazionali e penso alla formazione continua e alle attività per le categorie professionali. La Camera di Commercio è un soggetto centrale nel sistema imprese. La riforma però azzoppa la loro efficacia nel nome di una spending review che non produrrà nessuna economia, ma solo una nuova depressione».

Un altro aspetto della riforma è che, a suo avviso, metterebbe in concorrenza soggetti privati, le associazioni di categoria e la Camera stessa: «La riforma riduce funzioni e competenze: le Camere dovranno erogare servizi in collaborazione con altri soggetti pubblici o all’occorrenza privati. Prendiamo la mediazione e gli arbitrarti, uno strumento utile per le imprese: dovremo farli in convenzione con altri soggetti. Il rischio è che queste attività

generino un conflitto ed una concorrenza con soggetti privati ed associazioni di categoria. Mi auguro che il Governo riveda il decreto alla luce anche delle considerazioni e delle analisi che arrivano dai territorio. La nostra provincia rischia di diventare sempre più un ghetto economico».