A Luino è stato un Primo maggio in chiaro scuro e non va meglio nei Comuni limitrofi del Verbano. La crisi che ha colpito quest’area alla fine del 2017, con la chiusura di diverse ditte, ha lasciato molti padri di famiglia a casa.
L’aiuto che prima poteva arrivare dal Canton Ticino, in termini di posti di lavoro, non è più così scontato e, in talune occasioni, le occupazioni offerte sono a basso reddito, capaci di incrementare solo dumping salariale e rabbia verso gli italiani da parte degli svizzeri, fenomeno non giustificabile ma certo presente e in parte comprensibile.
Gli sportelli di assistenza sociale dei comuni rivieraschi non rilasciano informazioni, per motivi di privacy, ma attestano che il “colpo” c’è stato, che le richieste di aiuto da famiglie italiane sono in aumento dall’inizio dell’anno.
«Siamo preoccupati – ha confermato l’assessore ai Servizi sociali di Luino, Caterina Franzetti – perché registriamo anche noi un aumento di accessi, di richieste di aiuto. Il Comune non manca di venire incontro a chi ne fa richiesta, come può visto i tempi, grazie anche a strumenti messi in campo da Regione Lombardia. Penso ad esempio al sostegno per gli asili nido che non sono poca cosa e noi come Amministrazione abbiamo spinto per l’apertura del Centro per l’impiego. Arriva l’estate, qualcuno con impieghi stagionali potrà tirare un po’ il fiato ma sono “cerotti” temporanei perché la mancanza di lavoro è una grande piaga sociale anche per il nostro territorio che ha sempre contato sulla Svizzera».
«Credo che la formula giusta per uscire da queste situazione – ha aggiunto Caterina Franzetti – sia proprio il rilancio turistico fatto di proposte intelligenti, di progetti messi in rete per le bellezze presenti nelle nostre valli, che si caratterizzano per ambiente, cultura e tradizioni».
A proposito delle difficoltà di trovare occupazione in Ticino, va registrato un curioso annuncio di lavoro apparso in Svizzera, rilanciato sulle pagine Facebook di Luino, che ha creato malumori oltre frontiera. Una società ticinese di reclutamento di personale, infatti, ha chiesto espressamente candidate frontaliere provenienti dal Luinese con esperienza nell’industria dell’orologeria per una ditta forse del Sopraceneri, come riportato dal sito di News Ticino Libero. Edili ed elettricisti frontalieri sono in attesa del rinnovo del contratto collettivo di settore che è fermo (mentre i costi aumentano) per il quale i sindacati combattono.
Il progetto di legge sulle aree di confine che vede il Luinese epicentro di una forte crisi, per concludere, ha l’appoggio della politica da destra a sinistra ma rimangono ancora dubbi sui tempi di elaborazione. Non sono i dubbi della politica, dei tecnici o dei partecipanti alle tavole rotonde. I timori sono quelli che esprimono oggi i padri di famiglia di questa area depressa, di quelli rimasti senza un lavoro prima ancora che senza una festa, quella di ieri l’altro, a cui partecipare. Quelli che a più riprese hanno detto di «far fatica a metter ogni giorno un pasto davanti ai propri figli». Anche a Luino.