Malpensa Lavoro – Crescita a due facce

La Prealpina - 07/03/2023

 I comunicati che annunciano il lancio di nuove destinazione e l’aumento del numero dei voli si susseguono incessanti in questo periodo. Quasi ogni settimana, infatti, le compagnie aeree avvertono stampa e viaggiatori che sarà un periodo estivo pieno di novità per l’aeroporto intercontinentale di Malpensa. Ultima solo in ordine di tempo arriva la segnalazione di Neos, il vettore con sede a Somma Lombardo, che ha dichiarato che inizierà a operare una nuova rotta: dal 6 aprile il Terminal 1 sarà collegato con la metropoli di Toronto. Inoltre, questo volo è stato strategicamente collocato in un orario che permetterà a chi arriva qui dalla città indiana di Amritsar, tratta inaugurata sempre da Neos nel dicembre scorso, di prendere la coincidenza per il Canada.

Questa nuova connessione conferma ulteriormente, dunque, il ruolo di Malpensa come scalo centrale per l’espansione internazionale da e verso l’Asia. E poi Air China che da fine marzo incrementerà la frequenza dei suoi voli su Malpensa da Pechino, da Wenzhou e da Shangai, le low cost che aumentano le destinazioni in previsione della bella stagione, diversi vettori che tornano ad atterrare e a decollare dalle piste della brughiera. Insomma, un ritorno del traffico aereo a pieno regime che fa felice Sea (la società che gestisce gli aeroporti milanesi), i passeggeri, l’indotto e il tessuto del territorio che vi gravita attorno. Ma che impensierisce i sindacati. «Siamo preoccupati», afferma Luigi Liguori, segretario generale della Filt-Cgil di Varese. «Ovviamente la crescita di Malpensa e il ritorno ai volumi di traffico che esistevano prima dell’emergenza sanitaria causata dal Covid sono fattori positivi. Ma abbiamo il timore che le aziende che operano all’aeroporto non siano preparate ad affrontare la situazione. Il nodo cruciale è la mancanza del personale: in questo momento, in cui il traffico non è elevato, l’organico è adeguato, ma da metà giugno in poi, quando prevediamo un volume anche maggiore rispetto al 2019, non lo sarà più».

Il rischio è che si ripeta la situazione dell’estate scorsa che ha visto Malpensa impreparata all’ondata di viaggiatori che si è riversata al T1. «Rispetto ad altri scali europei, ai quali mancava anche il 35 per cento dei dipendenti, qui è andata molto bene», spiega Liguori. «Grazie al blocco dei licenziamenti e alla cassa integrazione Malpensa è riuscita a far fronte a molti problemi. Ma non si deve ripetere lo stesso scenario e anche se diverse società di handling, cioè dei servizi di terra, si stanno muovendo per assumere in previsione dell’estate, abbiamo il timore che sarà difficile trovare il personale».

Dall’analisi di Liguori, i contratti che offrono adesso le aziende non sono più appetibili come un tempo. Condizioni e retribuzioni scoraggiano chi cerca lavoro in aeroporto. «Una volta lavorare a Malpensa era ambito e prestigioso», argomenta il sindacalista. «Ora il nostro territorio offre impieghi migliori e tanti preferiscono guardarsi attorno invece di accettare un contratto magari di soli sei mesi, dai turni estenuanti e con bassi stipendi. Bisogna migliorare le condizioni lavorative per poter avere il numero adeguato di personale, che sia di qualità, che abbia il tempo di formarsi e di acquisire esperienza e professionalità». E l’estate è vicina.