L’Unione Europea, finalmente, si accorge dell’importanza del “Made In”, vale a dire della necessità di indicare l’origine dei prodotti. Una battaglia tutta italiana che, ieri, ha visto sconfitto il fronte tedesco con ben 300 voti di scarto nell’aula del Parlamento europeo. LA plenaria, infatti, ha dato il via libera ad alcuni emendamenti destinati – per la precisione a delle proposte di iniziativa – destinati proprio a rilanciare il tema del Made In, che, in caso contrario, sarebbe stato cancellato dal resto della legislatura Juncker.
«E’ un grandissimo successo per l’Italia – commenta l’eruoparlamentare di Forza Italia Lara Comi – innanzitutto perchè abbiamo bloccato il fronte tedesco. Poi perchè se oggi fosse andata diversamente, per il Made In si sarebbe persa ogni speranza per tutta la legislatura Juncker. Il Parlamento ha dato una spinta decisiva che nessuno di noi si sarebbe aspettato alla vigilia. Ora nè il consiglio nè la commissione possono arretrare sul Made In». Tra l’altro è stata anche una vittoria, per così dire, di squadra. «E’ stata una vittoria del sistema Italia – continua Lara Comi – perchè abbiamo lavorato insieme io, Danti (Pd), e Zullo (M5S) e uniti si vince, divisi non si va da nessuna parte».
Nel dettaglio, è stato dato il via libera all’obbligatorietà dell’indicazione di origine, alla creazione di un sistema obbligatorio per il Made In senza la necessità di una proposta di legge e l’obbligo di etichette più semplici e complete.
Non solo. Il Parlamento ha approvato anche una serie di proposta di iniziativa a sostegno delle imprese, soprattutto Pmi: una azienda fallita non per debiti potrà essere aiutata dall’Ue; per avviare una impresa ci vorrà un passaporto unico per tutta Europa, così da spazzare via i vincoli burocratici.
«Con l’approvazione della Strategia per il mercato unico – spiega ancora Lara Comi – il parlamento europeo ha dato una risposta concreta ai bisogni delle nostre imprese e ai ostri consumatori. Il mercato interno è il vero strumento per far crescere il concetto di Europa, in modo da far crescere le Pmi e aumentare i posti di lavoro».