«L’ospedale unico ci può stare. Non certo a MalpensaFiere»

La Prealpina - 01/08/2016

reazioni dei bustocchi. La preoccupazione maggiore è per la vecchia sede: che ne sarà?

BUSTO ARSIZIO L’ospedale in fiera. Non è l’edizione estiva del noto gioco che le famiglie rispolverano sotto Natale, ma un’ipotesi neppure fantasiosa per il futuro di Busto e Gallarate.

Fuori dalla messa o ai tavolini dei locali del centro, la notizia di un accordo di massima tra i due Comuni per costruire, sotto la benedizione della Regione, un ospedale unico e, tra le varie ipotesi, di insediarlo a MalpensaFiere, che verrebbe così consegnata agli annali e dismessa, sollecita i bustocchi a immaginare scenari che, a onor del vero, entusiasmano ben poco.

«Se ci limitiamo a un ospedale unico e nuovo di zecca, il discorso mi può stare bene, ma non ai MalpensaFiere.

Va bene che sarebbe vicino agli svincoli di autostrada e superstrada, ma meglio sarebbe allora insediarlo ad Arnate o in fondo a viale Quintino Sella», afferma Angelo Brazzelli. Pure ammettendo di non avere un’opinione a riguardo e di non saper che dire, anche Giorgio Tosi ritiene sarebbe più logico insediarlo a metà strada: «Per essere equi, dovrebbe essere una zona attorno al Sempione o all’inizio di viale Milano. Più che il parere dei sindaci, comunque, conterà quello dell’ente che gestisce MalpensaFiere. Non credo sarà troppo contento di cessare le proprie attività. A ogni modo, se questo nuovo ospedale lo faranno, servirà soprattutto ai gallaratesi. Io che sono di Busto non ne avverto il bisogno, francamente».

A spaventare, inoltre, è soprattutto cosa ne sarà dell’attuale sede sanitaria bustocca: «Un complesso molto grande, che di fatto è una città nella città e che rischierebbe di essere lasciato vuoto per molto tempo», premette Paola Vilone, per la quale Busto, prima che ci si trasferisse per amore, era soprattutto la città del liceo e dell’ospedale: «Vedo soprattutto quello che è successo a Legnano, dove l’apertura del nuovo ospedale fuori città, che magari funziona anche bene, ha però aperto un annoso problema proprio attorno alla vecchia sede, svuotata, cadente e ancora lontana da una effettiva riqualificazione. Senza parlare dell’accessibilità in periferia».

A Luisa Roncoroni, che prima di godersi la pensione ha lavorato una vita nei laboratori di analisi dell’ospedale bustocco, la storia di unire Busto a Gallarate suona detta e ridetta: «Se ne è sempre parlato, ma non è mai stata presa seriamente in considerazione.

L’idea in sé non sarebbe malvagia, ma il rischio è che diventi la solita incompiuta. E poi dove porterebbero l’ospedale unico, a MalpensaFiere? Mi sembra un’area piccola per sommare due strutture che servirebbero un bacino di utenza molto importante.

Di certo, sarà necessario uno svincolo riservato, per evitare imbottigliamenti. I volontari del primo soccorso mi parlavano spesso della difficoltà di accedere al nuovo ospedale di Legnano, che suppongo sia il modello dell’operazione.

Può essere che le cose siano migliorate. Non vedo però quale sia il vantaggio per Busto, che ha un ospedale con padiglioni ancora poco sfruttati. Se gli uffici amministrativi si ritirassero un poco a vantaggio di medici e paramedici, lo spazio per laboratori e reparti si troverebbe senza andare troppo lontano».