La prospettiva è impressionante: «Se tutto andrà come progettiamo, contiamo di riempire la seconda sede aziendale nel giro di pochi anni». E riempire, secondo le parole del presidente di Eolo spaLuca Spada, significa aprire le porte a 400 nuovi occupati, quanti appunto ce ne staranno nei circa tremila metri quadrati che verranno ricavati nel capannone (oggi sede logistica) che spalleggia il quartier generale bustocco dell’operatore specializzato in internet veloce.
Lì, sul Sempione, a due passi dal confine con Gallarate, l’innovazione corre. E si creano posti di lavoro. «Quando nel maggio del 2012 siamo sbarcati a Busto – ricorda – eravamo in 75. Quattro anni dopo siamo diventati 260, con 72 assunzioni nell’ultimo anno e almeno un’altra cinquantina prevista in questo». Numeri che determinano una conseguenza: «Ormai non ci stiamo più, per questo abbiamo deciso di ampliarci. E dire che quando abbiamo iniziato l’avventura la struttura sembrava enorme per le esigenze, mentre ora siamo qui a doverci litigare le sale riunioni».
D’altronde anche i numeri economici sono perennemente col segno “più”, «in netta controtendenza rispetto al mercato di settore».
Il bilancio appena chiuso, infatti, parla di ricavi cresciuti del 30 per cento, per un totale di 57 milioni di euro. Guadagni peraltro reinvestiti in buona parte nella ricerca e nello sviluppo («tutto lavoro fatto internamente per l’allargamento della rete») dedicandovi 40 milioni. Mentre 70 milioni sono finiti nell’infrastruttura wireless e nello sviluppo della rete in fibra ottica».
Insomma, un’azienda modello che s’è gettata nel campo delle telecomunicazioni online dieci anni fa, bruciando le tappe, sfidando i colossi, mantenendo un capitale completamente italiano e con i propri addetti cresciuti in casa. Giovani e giovanissimi – tanto che l’età media dei dipendenti non raggiunge i 33 anni – che si occupano di tutti i settori, partendo dal call center («mai e poi mai ne prenderei uno all’estero, né lontano dall’azienda», precisa Spada) per arrivare all’elaborazione tecnologica. Il segreto? Farli lavorare al meglio, curando i dettagli e ripensando il modello d’impresa. Tant’è che «la sede che andremo a realizzare sarà diversa da quelle classiche. Niente uffici e postazioni fisse, ma tre aree dedicate ai parlatori, ai silenziosi e alle riunioni. Tutti spazi aperti, dove quasi nessuno ha scrivanie ma ci si siede coi portatili dove si vuole e si lavora nelle condizioni ideali, a seconda che si stia al telefono o si elabori un documento, che si facciano incontri o ci si occupi di ricerca». Tutto ciò fra un anno sarà realtà.
Il servizio Eolo intanto copre oltre 5.100 Comuni italiani e la specialità è stata (ed è) quella di dedicarsi alla connettività delle aree più disagiate, vincendo i bandi pubblici. «Era il mercato più disagevole e all’apparenza meno ambito – ribadisce il presidente – eppure noi siamo nati lì, specializzandoci nella messa in rete di aree d’Italia meno facilitate nella connessione, portandovi la banda ultra larga».
Presto sbarcherà pure un progetto pilota che riguarderà «una cittadina affacciata sul lago di Varese» (ma la località è ancora top secret) che copriremo completamente con la fibra ottica Ftth, ovvero la più innovativa e veloce esistente. Sarà un gioiellino».