«Noi donne siamo bravissime a trarre dalle crisi un’opportunità. E poi abbiamo quel quid in più: capacità di contatto umano, tenacia, sensibilità, passione. Per questo l’impresa al femminile, anche in provincia di Varese, sta tenendo. È addirittura in crescita». A sostenerlo è Cristina Riganti, presidente provinciale Terziario donna di Confcommercio e consigliera nazionale, imprenditrice dal 1990. I dati, messi a disposizione dalla Camera di commercio di Varese, lo confermano.
Al 31 dicembre 2017, su 61.534 imprese attive totali, 12.386 risultano imprese femminili, dove per “imprese femminili” s’intende l’insieme delle attività la cui partecipazione di genere risulta complessivamente superiore al 50 per cento mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite, come amministratori, titolari o soci.
Quindi le imprese rosa, a Varese e provincia, si attestano su un buon 20 per cento rispetto al totale, una percentuale solo leggermente inferiore a quella nazionale, stabilita intorno al 28 per cento nel rapporto tra 2 milioni 610mila imprese e 735mila femminili. Per quanto concerne le attività commerciali e del turismo, delle quali è competente Ascom, su un totale rispettivamente di 14.857 e 4.168, quelle femminili si attestano su 3.189 e 1.171. Del resto proprio commercio e turismo registrano le presenze maggiori di donne, rispetto a tutti gli altri settori imprenditoriali, in consiglio d’amministrazione.
Una leggera crescita, inoltre, è registrata per le imprese rosa in questi ultimi anni, passando da 12079 nel 2014 a 12389 nel 2017. «Il Gruppo terziario donna Uniascom, trasversale rispetto alle diverse sedi Ascom della provincia di Varese, è nato cinque anni fa – prosegue Riganti – e , a giugno, arriva alla conclusione del primo quinquennio». È tempo di bilanci, dunque, ma anche di nuovi progetti, di più ampio respiro. «Siamo partite con un questionario diffuso tra le imprenditrici dal quale era emerso che due erano le urgenze: formazione e sicurezza – sottolinea la presidente -. Abbiamo quindi organizzato corsi di organizzazione aziendale e difesa personale, corsi di marketing emozionale e public speaking. Abbiamo anche fatto formazione nelle scuole sul problema della contraffazione». Ma l’impresa più grossa, la più complessa, è stata quella di cercare di introdurre il concetto di “umanesimo” in un ambito che ne sembrerebbe lontano anni luce. «Di fronte alla crisi molto profonda del commercio, dovuto alla diffusione delle vendite online, ma non solo, abbiamo capito di dover completamente cambiare il rapporto commerciante-acquirente – sottolinea Riganti -. Il concetto di persona deve essere al centro di un contatto umano ed emozionale, rispondente a bisogni intimi e non esclusivamente commerciali. Un approccio di questo genere scaturisce da capacità tipicamente femminili, come sensibilità, facilità di comunicazione ed empatia».
Gruppo terziario donna sta avviandosi alla conclusione del suo primo mandato, che segnerà anche il pensionamento di Anna Lisa Frattolillo, la segretaria che s’è presa cura del neonato organismo con grande passione e dedizione. «Questi primi cinque anni ci sono serviti per creare visibilità e credibilità sul territorio – sottolinea la presidente -, ora siamo pronte a spiccare il volo. Con due progetti che rappresentano una bella sfida. Lavorare su conciliazione vita-lavoro, preoccupandoci dei reali bisogni quotidiani delle imprenditrici, e creare una rete d’impresa al femminile forte e capillare sul territorio».