Un unicum a livello nazionale, un esempio di eccellenza e tecnologia made in Italy.
È quasi tutto pronto al Museo del Volo di Volandia quando, in occasione delle celebrazioni per il centenario dell’Aeronautica Militare, il presidente Marco Reguzzoni, sabato 23 settembre alle 10.15 al Padiglione “Ala Fissa”, darà il là alle operazioni di svelamento della replica museale del mito S55 X I Balb ovvero dell’idrovolante degli anni trenta protagonista delle epiche Crociere Atlantiche. Evento, a cui prenderanno parte anche i vertici militari, che sarà anticipato venerdì 22 settembre (appuntamento alle 18.45 alla Sala Crest) all’inaugurazione di una mostra a tema “Cento anni dell’Aeronautica Militare”.
Insomma quello che vedrà alla luce sabato mattina è la ricostruzione e la rappresentazione fedele dell’S55 X I Balb – partendo dai disegni costruttivi dell’ingegner Alessandro Marchetti – realizzata, e non ancora ultimata, nel corso di sette anni di dedizione e lavoro iniziati nell’ormai lontano 2016. Protagonisti una decina di appassionati ex lavoratori della Siae Marchetti di Sesto Calende –coordinati dall’ingegner Filippo Meani, per il Savoia Marchetti Historical Group, che nelle officine del Museo del Volo hanno contribuito in maniera decisiva all’esposizione di questo esemplare. Insomma una rete che ha mosso appassionati e sponsor come diverse aziende aeronautiche.
E non poteva che essere Volandia – mito e simbolo dell’aeronautica – a ospitare questo celebre ed iconico velivolo che, nel corso degli anni trenta fu protagonista di varie crociere aeree tra le quali è impossibile dimenticare la “Crociera Transatlantica Aerea Italia Brasile” e quella del “Decennale”. Si tratta di una replica museale dell’idrovolante utilizzato da Italo Balbo nella celebre crociera del 1933 in cui guidò una formazione di 24 velivoli da Orbetello a Chicago per partecipare all’Expo “A Century of Progress” in occasione del centenario della fondazione della città americana dell’Il – linois.
La realizzazione e riproduzione di questo velivolo storico ha richiesto un notevole impegno, specie per la ricostruzione degli scafi – di dimensioni considerevoli con quasi dieci metri di lunghezza e più di due metri di altezza e larghezza – e peso pari ad oltre cinquecento chilogrammi ciascuno. Molto importanti anche i contributi di varie ditte del territorio e la finalità di questo mito dell’aeronautica ospitato ed esposto in un museo culla dell’aero – nautica nazionale e internazionale. Un segno di ispirazione per chi lavora nell’aeronautica e per i giovani fucina di speranza e di futuro. D’altronde questo progetto mira a commemorare le grandissime capacità tecnologiche, organizzative ed imprenditoriali italiane dell’epoca e costituisce un altro fiore all’occhiello di un museo come Volandia che, con passione e perseveranza, è sempre più una location strategica.