Sono tutte frontaliere le undici donne licenziate alla Faulhaber Minimotor Sa di Croglio. E visto che lo stabilimento si trova al di là del fiume Tresa, vale a dire a due passi dal confine italiano, è facile capire che al 99% siano lavoratrici varesine che, dalla sera alla mattina, si sono ritrovate senza un impiego.
Salgono così a quindici i posti cancellati da inizio anno, con l’azienda che si occupa di meccanica di precisione che, evidentemente, sta passando un momento complicato. Complice anche il perdurante rafforzamento del franco svizzero, l’impresa avrebbe perso qualche cliente sull’export e ciò ha chiaramente provocato delle ripercussioni, soprattutto sulla casa madre. Qui, a metà strada fra Cremenaga e Lavena Ponte Tresa, ma sulla sponda elvetica, la Minimotor occupa circa 250 dipendenti, di cui la metà nel reparto produzione, dove la stragrande maggioranza sono frontaliere. Come avviene in altre aziende ticinesi, soprattutto nel comparto degli orologi, le donne varesine sono una risorsa fondamentale nei lavori di precisione, come alla Faulhaber, fondata nel 1962. Qui si sviluppano e producono sistemi innovativi di azionamento, di precisione e dei microsistemi per numerosi settori tecnologicamente avanzati come ad esempio il medicale, l’industria o l’aerospaziale, attraverso i 1.600 collaboratori in tutto il mondo, di cui circa 250 presso la sede di Croglio.
I segnali negativi erano stati riscontrati pochi mesi fa, a livello nazionale, dalla segreteria di Stato dell’economia elvetica che aveva riscontrato una frenata del Pil, salito soltanto dello 0,1% contro lo 0,4% stimato dal mercato. A frenare nel quarto trimestre del 2016 sono state le esportazioni che sono diminuite del 3,8%, «segnando così il risultato trimestrale più debole degli ultimi tre anni. In particolare, le esportazioni di strumenti di precisione, hanno mantenuto la tendenza negativa dei trimestri precedenti». Insomma, un identikit perfetto e tutt’altro che positivo rispetto a quanto starebbe accadendo alla Minimotor.
Colpa anche del franco forte continua a pesare sulla manifattura e quindi in settori dove i frontalieri varesini sono impiegati in massa.
Tavolo sulla Lia: «Tutelare i nostri artigiani»
Abbiamo fiducia nel Tavolo e auspichiamo possa risolvere definitivamente le problematiche riguardanti la Legge sulle imprese artigianali (Lia), che sta creando qualche difficoltà ai nostri artigiani che lavorano oltre confine». Così l’assessore di Regione Lombardia Francesca Brianza, delegata ai Rapporti con la Svizzera e presidente della Regio Insubrica, alla vigilia del Tavolo della Regio sulla Lia, che si terrà oggi a Mezzana, in Canton Ticino. «L’eccellenza dei nostri i artigiani – commenta Brianza – è apprezzata in Lombardia come in Canton Ticino. Auspichiamo, quindi, che certe incomprensioni, soprattutto a livello tecnico, siano superate per fare in modo che i nostri artigiani possano lavorare in serenità e senza essere discriminati. L’interesse comune dovrebbe essere quello di tutelare il lavoro di qualità e le imprese che rispettano le regole. Confidiamo nel buon senso per fare in modo che l’incontro su un tema così cruciale sia veramente un momento di confronto costruttivo nell’esclusivo interesse delle nostre imprese, dei nostri lavoratori e delle loro famiglie».