L’economia riparte con la famiglia

La Prealpina - 22/03/2017

Dall’aiuto concreto alle famiglie può partire il rilancio economico e demografico dell’Italia. È stata questa una delle principali proposte emerse dal convegno su “Economia e famiglia: dinamiche di una relazione”, organizzato ieri alla Liuc dal Centro pastorale Piergiorgio Frassati dell’Università Carlo Cattaneo. Introdotto dal rettore Federico Visconti e dal cappellano don Omar Cappelli, l’incontro ha visto come protagonisti Gian Carlo Blangiardo, ordinario di Demografia all’Università degli Studi di Milano Bicocca e la professoressa Patrizia Castellucci, docente di Psicosociologia aziendale della Liuc. Il convegno ha preso le mosse dai più recenti dati demografici sull’Italia. «Nella storia dell’Italia unita, mai si erano registrate così poche nascite come nel 2015: appena 486 mila – fa sapere il professor Blangiardo – . A questo forte calo della natalità si accompagnano altri fattori, come l’invecchiamento della popolazione e il fatto che i giovani formino sempre più tardi una propria famiglia». Inevitabile conseguenza è la riduzione numerica della popolazione, «Se fino a qualche anno fa, l’immigrazione compensava il calo della denatalità italiano, ora questo non succede più – aggiunge Blangiardo -. Alla base di questi fenomeni c’è qualcosa di strutturale: la debolezza della famiglia. Il che comporta conseguenze significative sul piano sociale, ma anche economico, perché in una popolazione sempre più anziana i consumi rallentano, così come i processi di sviluppo. L’immigrazione può aiutare, ma non è la soluzione». Come se ne esce allora? «Mettendo in atto delle politiche che restituiscano centralità alle famiglie. Che vanno aiutate concretamente. I problemi li conosciamo: la conciliazione tra lavoro e maternità, la mancanza di asili nido, i giovani che stanno a casa sempre più a lungo. È su questo che bisogna intervenire. L’unica provincia italiana che segna una controtendenza rispetto ai dati sulla natalità è quella di Bolzano, e il motivo è semplice: in quell’area c’è tutta una serie di servizi che rendono meno complicato essere genitori. Prendiamo esempio da loro. Oppure dalla vicina Francia, che con una popolazione grosso modo simile alla nostra, ha 300 mila nati in più».

L’importanza della famiglia andrebbe rivalutata anche su un piano psicologico, come ha notato la professoressa Castellucci: «Va recuperata una maggiore consapevolezza sociale. Non si può più pensare in un’ottica autorefenziale, individualistica, ma con orizzonti più ampi».

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