È stabile il numero delle imprese varesine: sulla base dei dati del Registro Imprese, l’analisi dell’Ufficio Studi e Statistiche della Camera di Commercio di Varese indica che nel 2016 sono aumentate dello 0,2%. Si è passati infatti dalle 61.909 imprese attive a fine 2015 alle 62.036 con riferimento al 31 dicembre dello scorso anno. Un risultato che va inquadrato in un periodo non facile per l’economia nel suo complesso: dopo cinque anni di chiusura in negativo per numero di imprese attive, un risultato vicino allo zero, ma di segno più è comunque un’inversione di tendenza. Certo, come sottolinea l’Ufficio Studi della Camera di Commercio «la risalita resta lenta»: negli ultimi dodici mesi, a fronte di 4.173 nuove realtà imprenditoriali, sono state 3.800 le cessazioni. Un saldo positivo di 373 imprese (+0,53%) che colloca Varese nella prima metà della classifica nazionale del tasso di crescita del sistema produttivo e al terzo posto in Lombardia, preceduta solo da Milano (+1,5%) e Monza Brianza (+1,15%).
Nell’analisi sulla natimortalità imprenditoriale varesina (le cifre sono disponibili sul portale statistico OsserVa) occorre, però, tener conto che al dato delle imprese cessate vanno aggiunte quelle trasferite e quelle in attesa di completare procedure amministrative (le cosiddette “sospese”) per arrivare a quello stock di fine anno già indicato in 62.036 unità.
Entrando nel dettaglio dei dati, in una analisi settoriale sull’andamento della natimortalità delle attività sul territorio varesino, si registra ancora una contrazione del tessuto imprenditoriale nell’area manifatturiera (-1,44%) mentre i servizi sono cresciuti (+0,92%) così come è in crescita il comparto del commercio (+0,81%) e la stessa agricoltura (+0,17%), pur su un numero di imprese limitato, pari a 1.740.
Sempre in difficoltà, ma sensibilmente meno rispetto agli anni precedenti, sono i settori delle costruzioni (-0,78%) e dell’artigianato (-0,77%). Quest’ultimo registra ora 21.740 imprese. Nel complesso della struttura delle imprese attive in provincia di Varese è allora proprio il settore dei servizi il più numeroso, con un peso del 39,39%, segue il commercio, con il 24,16% delle imprese attive, le costruzioni con il 18,72% e il manifatturiero con il 14,53%.
All’interno dei macro aggregati, si svelano alcune particolarità: nel manifatturiero resiste la metallurgia, che passa da 110 a 114 imprese, seguita dalla fabbricazione di autoveicoli e rimorchi, da 65 a 67, e dal comparto della riparazione e manutenzione, in salita da 500 a 512. Quanto al terziario, quasi tutti i comparti evidenziano un segno positivo, tranne le attività immobiliari e il trasporto e magazzinaggio. In particolare, bene tutti i servizi alla persona come istruzione, sanità, intrattenimento e sport e quelli alle imprese.
Quanto infine alla forma giuridica delle imprese registrate, a fronte di un aumento dello stock delle società di capitale (+1,83%) e delle ditte individuali (+0,31%), c’è una diminuzione di quelle di persone (-2,17%).
Soffrono insomma di più le aziende di piccole dimensioni mentre quelle più strutturate appiano maggiormente in grado di affrontare le sfide dei mercati e della concorrenza sempre più globale.