L’addio a Renato Scapolan «Tu eri il presidente di tutti»

La Prealpina - 16/05/2016

«Ho tanti ricordi, ma ce n’è uno che mi resterà impresso: ed è la sua gioia, più che soddisfazione, nel vedere la sala della Regione piena alla presentazione della sua ultima creatura, la Varese sport commission. Ci sentivamo due o tre volte a settimana perché era pieno di idee e di progetti innovativi». Parole commosse, pronunciate dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni a margine dei funerali di Renato Scapolan, il presidente della Camera di commercio morto all’improvviso per un infarto sabato scorso all’età di 57 anni nella sua casa di Tradate. Centinaia di persone ieri pomeriggio hanno riempito la basilica di San Vittore per l’ultimo saluto all’artigiano e dirigente pubblico: in prima fila, a fare forza ai familiari (la moglie Silvana con il figlio Luca e i tre fratelli Liliana, Lucia e Michele Scapolan), anche il presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli e il numero uno nazionale di Confartigianato Giorgio Merletti. E poi tutte le autorità provinciali, dal prefetto Giorgio Zanzi ai sindaci di Varese Attilio Fontana e di Tradate Laura Cavalotti in fascia tricolore e con i gonfaloni, dal parlamentare Daniele Marantelli a tutti i comandanti delle forze dell’ordine (il questore Attilio Ingrassia, il comandante dei carabinieri Alessandro De Angelis), dai sindacati a tutti i presidenti delle associazioni di categoria (Riccardo Comerio di Univa, Davide Galli di Confartigianato, Giorgio Angelucci di Uniascom, Pasquale Gervasini di Confagricoltura, Fernando Fiori di Coldiretti, Franco Orsi di Cna, Franco Colombo di Confapi, il segretario di Aime Gianni Lucchina), dalla Provincia con Paolo Bertocchi ai vertici di Unioncamere, di cui Scapolan era vicepresidente nazionale.

Il momento più toccante, alla fine della funzione, è stato il ricordo del braccio destro Mauro Temperelli, segretario generale della Camera di commercio che dall’altare si è rivolto direttamente al suo “Pres”.

«Che ti è successo? Come mai questo silenzio? Sono in tanti, qui in questa chiesa, che non ti sentono da una settimana esatta: niente telefonate, nessun whatsapp, nessuna mail. Questo grande abbraccio, questo sistema che ti circonda, di imprese, lavoratori, consumatori, professionisti, istituzioni e associazioni, con i quali ti sei quotidianamente confrontato, non è qui solo oggi. Tutta questa gente saprà circondare d’affetto la famiglia in primo luogo, la nostra Camera di commercio e tutti quegli imprenditori che negli anni hai sempre cercato di aiutare e rappresentare al meglio».

Un ricordo volutamente lieve, in omaggio alla schiettezza di Scapolan, come ha ricordato anche Giuseppe Albertini a nome della giunta camerale: «Renato non avrebbe apprezzato un panegirico e nemmeno troppa retorica. Era un uomo del fare, una persona vera, capace di dire sempre quello che pensava. Ha sempre voluto essere il presidente di tutti. La squadra, ripeteva sempre come un tormentone. E lo dimostrava condividendo con noi tutto». Gli interventi hanno strappato lacrime e applausi liberatori alla fine dei funerali celebrati dal vescovo monsignor Luigi Stucchi, già prevosto di Tradate e amico di vecchia data di Scapolan.

«Per questo per me è difficile trovare le parole, ho tanti ricordi nel cuore – ha ammesso nell’omelia con la voce rotta -. Ognuno di noi, alla notizia di questa improvvisa scomparsa, ha espresso il suo grido di dolore, sconforto, anche di protesta verso il Signore. Ci domandiamo che cos’è un uomo se il soffio della morte ce lo strappa così, che cosa resta dell’opera di queste mani operose». Domande cariche di angoscia ma anche di speranza, perché «restano le opere, i progetti e la responsabilità, come ci ha detto la parabola dei talenti. E come dimostra Renato a cui Dio ha donato intraprendenza e tenacia». Una missione vissuta fino in fondo da Scapolan, con quello «sguardo sulla quotidianità e sull’orizzonte più vasto del nostro territorio. Le porte della Camera di commercio si sono aperte alla morte ma questo intreccio di significati non si disperderà. Pensiamo a te Silvana, alle persone care, a chi lavora ogni giorno come lui avrebbe voluto».

Infine, l’ultimo saluto alla bara, coperta di fiori bianchi e partita verso Tradate in un silenzio quasi irreale. E tutti a pensare: buon viaggio “Pres”.