La priorità è il sostegno alle assunzioni dei giovani

La Provincia Varese - 25/09/2017

La parola d’ordine per il rilancio economico del nostro Paese è facilitare le assunzioni dei giovani. E questo sarà uno degli obiettivi fondamentale della prossima Legge di Bilancio. Con la quale «saranno rifinanziate le politiche vigenti, inclusive delle risorse per il rinnovo contrattuale del pubblico impiego». Questo uno dei punti contenuti nella nota di aggiornamento al Def, dove si dice anche saranno«selettivamente mantenuti alcuni incentivi fiscali per il settore privato già previsti da precedenti disposizioni normative, allocate nuove risorse per gli investimenti pubblici e proposte nuove leve per la ripresa dell’accumulazione di capitale che è essenziale per accrescere il potenziale di crescita e innovatività dell’economia italiana». E quindi le misure per lo sviluppo, che includono anche il sostegno all’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani. «Le misure per lo sviluppo contemplano – si legge – nuovi interventi di decontribuzione del lavoro. Tali misure saranno selettive e rivolte al sostegno delle assunzioni a tempo indeterminato dei giovani lavoratori. Ulteriori interventi riguarderanno il rafforzamento delle misure per il sostegno delle famiglie». La questione dell’occupazione giovanile è ormai dell’agenda politica non solo del nostro Paese, ma a livello europeo. Come pochi giorni fa ha ribadito, in un suo discorso al Trinity College di Dublino, il presidente della Bce Mario Draghi. «In alcuni Paesi – ha detto – sono stati fatti passi avanti per ridurre la disoccupazione giovanile e col consolidamento della ripresa diminuirà ulteriormente. Ma per affrontare le cause strutturali della disoccupazione giovanile sono necessarie forme di protezione omogenee tra i lavoratori, accordi di lavoro flessibili, programmi di formazione professionale efficaci, un elevato grado di apertura del commercio e sostegni per ridurre i costi sociali della mobilità». Insomma, sostenere l’ingresso nel mondo del lavoro e non cercare altre forme di tutela, che siano un semplice surrogato rispetto al posto di lavoro. «I giovani non vogliono vivere con i sussidi. Vogliono lavorare ed allargare le proprie opportunità ed oggi, dopo la crisi, i governi sanno come rispondere alle loro richieste e come creare un ambiente in cui le loro speranze possano avere una opportunità». Draghi ha poi fatto il punto della situazione sulla crescita economica della Ue. «Il Pil dell’Eurozona è in crescita da 17 trimestri consecutivi, creando nel complesso oltre 6 milioni di posti di lavoro. Dal picco del 24% nel 2013, la disoccupazione giovanile è scesa intorno al 19% nel 2016 ma è ancora di circa 4 punti percentuali più alta rispetto all’inizio della crisi nel 2007». Il presidente della Bce ha però puntualizzato che «nel 2016 circa il 17% dei giovani tra i 20-24 anni non studia, non lavora e non fa formazione. La segmentazione del mercato del lavoro e una scarsa formazione professionale sono tra i principali motivi dell’elevato tasso di disoccupazione giovanile persistente in diversi Paesi colpiti gravemente dalla recessione come Italia, Grecia, Spagna e Portogallo».