La Porta di Milano? Un museo diffuso

La Prealpina - 19/05/2016

Le mostre artistiche e le installazioni alla Porta di Milano, il grosso buco nero che separa la stazione ferroviaria del Terminal 1 all’ingresso vero e proprio dell’aeroporto, non sono più un’eccezione. Sono una costante. «Ormai possiamo parlare di una sorta di palinsesto che sviluppa il concetto di museo diffuso all’interno dell’aeroporto», sostiene Luciano Carbone, chief corporate officer di Sea, presente ieri a Malpensa per presentare l’ultima iniziativa. Ovvero: Carlo Bernardini, architetto della luce, ha ricreato un ambiente ideale dove far risaltare l’alternanza di luce e ombre, un’opera composta da fili di fibre ottiche che disegnano tre figure geometriche luminose, le quali sembrano muoversi e modificare i propri contorni e le proprie forme, dando l’impressione di trovarsi davanti a installazioni sempre diverse, conducendo il visitatore all’interno di una costellazione o di uno spazio interstellare.

“Le dimensioni invisibili”, questo il titolo dell’opera, è stata realizzata appositamente per la Porta di Milano (nella foto Blitz). «Bernardini usa l’elemento tradizionalmente più immateriale, la luce, per mostrare spazi che senza di essa non soltanto non sarebbero visibili, ma neppure esisterebbero», ha spiegato il curatore Marco Meneguzzo. E per lui, lo spesso criticato corridoio espositivo, è il posto ideale per esaltare l’installazione ambientale di luce firmata dal docente di Installazioni multimediali all’Accademia di Brera: «I passeggeri non impiegano più di dieci secondi ad attraversare questo che è un luogo di transito. È un tempo piccolo, ma sufficiente per attirare la loro attenzione. Lo trovo uno spazio davvero fantastico perché è una notte artificiale: io quando varco l’ingresso abbasso immediatamente la voce, proprio come accade di notte».

“Le dimensioni invisibili” di Bernardini è visitabile fino al prossimo 18 ottobre. L’allestimento è stato collocato nello stesso punto che lo scorso anno ha ospitato l’omaggio di Helidon Xhixha all’Ultima Cena di Leonardo da Vinci e la grande video-installazione creata da Max Dorigo del Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Insomma, Malpensa è ormai sede consolidata anche di espressioni culturali di altissimo livello e, soprattuto, in grado di avere un respiro internazionale adeguato ai suoi passeggeri.