«La politica meridionale sa unirsi più del Nord»

La Prealpina - 12/09/2023

Una Zona economica speciale per tutto il Meridione e il Nord a bocca asciutta? Ecco il classico argomento da mal di pancia a queste latitudini, dove da decenni si cerca di ottenere autonomia, o perlomeno sgravi alla fascia di confine. Una battaglia che assomiglia ormai a un’utopia politica, peraltro trasversale, mentre altrove la strada sembra spianata per lo Stretto di Messina o per la Zes unica, che assorbirà tutte le otto oggi presenti, con procedure semplificate per le imprese e un regime fiscale meno pressante: un programma di aiuto e di crescita dal 2024 con lo stanziamento di 4,5 miliardi dello Stato in tre anni e 2.200 assunzioni dirette. E la bacchettata, alla vigilia dello storico raduno leghista di Pontida (domenica 17), arriva da Matteo Bianchi, ex deputato della Lega e ora consigliere comunale a Varese, che non le manda a dire al “suo” governo di centrodestra: «Abbiamo una politica meridionale che sa dimostrarsi sempre unita quando si tratta di difendere il Sud – taglia corto l’ex sindaco di Morazzone -, mentre noi non siamo in grado di unirci per fare altrettanto per il Nord. Guardando le azioni del Governo, ce n’è abbastanza per far drizzare i capelli a quanti da decenni chiedono maggiore autonomia per il settentrione. Ma dobbiamo mostrarci uniti. Anche sul tema Zes, dovremmo agire in modo simile a quanto fatto per l’Accordo fiscale italo-svizzero, senza divisioni». Come a dire, lì sì che si è stati in grado di fare squadra. Il dibattito, che da giorni tiene banco anche su queste colonne, ha avuto un passaggio con sfumature diverse con Luca Marsico, già consigliere regionale di Forza Italia nella legislatura tra 2013 e 2018: «Tutto il Sud Zona economica speciale? Va bene, ma allora anche le zone di confine e Malpensa nella nostra provincia», suggeriva l’avvocato, tirando in ballo proprio Bianchi come interlocutore importante in «una questione di natura territoriale».

La discussione torna puntuale da anni ma è sempre fallita. Come mai? Questione di strategia, ribadisce Matteo Bianchi, 44 anni, militante-ragazzino del Carroccio, amministratore e appassionato di hockey: «Così come la intendiamo noi, non otterremo mai la Zes, perché l’Unione Europea la riserva ad aree svantaggiate, arretrate, marginali oppure la boccia come aiuto di Stato contro il libero mercato. Non possiamo sperare di avere una Zes per la nostra provincia, dobbiamo “spacchettare” i temi e arrivare al risultato aggirando la montagna della normativa europea. Sono norme sbagliate? Si, ma ci sono e dobbiamo agire di conseguenza con intelligenza, uscendo dall’accademia della dialettica politica». Insomma, troppe chiacchiere da tutti gli schieramenti e poca concretezza.

Quali sono le specificità di Varese? Per Bianchi tre: il confine («puntiamo a un netto in busta paga più alto per i lavoratori vicini alla Svizzera, perché la battaglia salariale altrimenti è persa»); Malpensa («il più importante scalo cargo in Italia diventi porto franco, con gli stessi vantaggi dei porti di mare»); Varese polo attrattivo del turismo sportivo. «In questo siamo speciali e, un pezzo per volta, potremmo ottenere dei vantaggi, invece di insistere contro il muro di gomma della Zes. Lo suggerisco ai politici, da umile consigliere comunale di opposizione ormai fuori dalle decisioni».