Finmeccanica, la preoccupazione dei parlamentari varesini: «Occorre investire sui nostri gioielli dell’aeronautica». Alle parole del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia fanno eco le grida di dolore dei deputati del nostro territorio che più sono sul “pezzo” per quel che riguarda i “gioielli” di Finmeccanica, oggi Leonardo, che vivono un momento di difficoltà, anche alla luce del blocco delle commesse dall’India. Il deputato Pd Daniele Marantelli ammette che «le recenti vicende costituiscono un elemento di preoccupazione per il nostro settore aerospaziale». Marantelli teme che le riorganizzazioni aziendali facciano perdere la bussola: «Sono necessarie, ma senza nuovi prodotti, che si realizzano con la ricerca, senza nuovi contratti e senza nuovi mercati, la riorganizzazione da sola non sarà sufficiente per garantire un futuro di successo né all’ala fissa né all’ala rotante». Ecco perché, invoca il deputato varesino del Pd, «serve un impegno molto forte». «Non è una richiesta territoriale o peggio clientelare, ma un invito ad utilizzare le carte migliori che abbiamo perché queste sono le migliori risorse del Paese. Ricordiamoci che Agusta Westland è arrivata ai tetti del mondo perché ha destinato notevoli risorse in ricerca e sviluppo, ed è la strada che ha permesso di creare gioielli che in altri Paesi non esistono». Anche per rimanere in linea con quanto sentito nell’assemblea Univa a proposito di innovazione: «Giustamente – chiosa Marantelli – qui si insiste sull’innovazione e sulla ricerca, non ci dimentichiamo che in quel campo noi già siamo protagonisti a livello mondiale». Anche per Angelo Senaldi, deputato Pd e membro della commissione attività produttive, «la questione è complessa. Il problema più grosso è Agusta Westland, per una questione di mercato elicotteristico e non di cattiva gestione. Ma Leonardo non può pensare di ridurre gli investimenti: fermarsi un anno vuol dire perdere la possibilità di essere presenti quando il mercato si rilancerà». Secondo Senaldi non si può sottovalutare il problema, sperando che sia temporaneo: «Essere parte di un gruppo più grande può servire ad ammortizzare il calo di una società con le possibilità di un altro, però chi ne soffre per primo sono i fornitori. Se non ci sono le commesse, l’indotto rischio di andare in crisi, come già sta accadendo. Per questo motivo, Finmeccanica deve fin da subito garantire tempi di pagamento più rapidi, altrimenti il sistema salta».