Varese si rimette in gioco e lo fa con l’entusiasmo dei suoi protagonisti: quello degli sportivilaghée come Sara Bertolasi e Elia Luini, quello della prima ondata di curiosi di scoprire come fioriscono novità dalla tradizione e dunque anche – e soprattutto – quello dei suoi imprenditori e dei suoi politici.
Incluso il padre della Protezione civile, Giuseppe Zamberletti.
Così, in riva al lago, la cui balneabilità è la prima scommessa della giunta Galimberti, la mattina di sabato 3 settembre s’è inaugurata la trentanovesima Fiera di Varese.
Invitati d’eccezione sono stati il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, il governatore della Lombardia Roberto Maroni, monsignor Luigi Panighetti, prevosto di Varese e le autorità civili e militari guidate dal prefetto Giorgio Zanzi.
A fare gli onori di casa, prima del sindaco Davide Galimberti, è stata Ivana Perusin, assessora allo Sviluppo delle attività produttive.
Innanzitutto, il suo richiamo alla tragedia del terremoto nel Centro Italia, condiviso dalle centinaia di presenti, è stato sottolineato dal silenzio suonato dalla tromba della Banda musicale “Verdi” di Capolago.
Un gesto assai apprezzato e condiviso nella preghiera di benedizione del prevosto, mentre la monumentale mano aperta di Giuliano Tomaino, giunta alla Schiranna grazie agli offici del gallerista Alberto Lavit, pareva la sintesi perfetta di benedizione, stretta ai fratelli terremotati e saluto di benvenuto ai visitatori.
Prima di arrivare al taglio del nastro, fatto da Sara Bertolasi, Perusin ha auspicato che il grande lavoro svolto in sinergia con gli organizzatori dell’evento (Michela Ferro di Chocolat) e le istituzioni, dia i frutti sperati coinvolgendo i visitatori e riproponendo la grande capacità produttiva dei varesini.
Un tema ribadito dal presidente della Provincia, Gunnar Vincenzi e ampliato dal numero uno della Camera di Commercio di Varese, Gabriele Albertini. Il quale ha insistito sui dati di questa trentanovesima edizione: «Duecentotrenta azienda e oltre mille e duecento addetti con spunti nuovi, quali il lavoro da fare sul turismo e sullo sport. In quest’ambito i visitatori potranno conoscere da vicino la Varese Sport Commission che il nostro ente camerale ha fortemente voluto per significare una delle principali attrattive del territorio e della sua tradizione».
A questo punto la parola è passata alle istituzioni.
GALIMBERTI E IL RILANCIO
«Alla fine delle vacanze e subito prima della ripresa della stagione scolastica e lavorativa: questo è il tempo scandito dalla Fiera».
Così ha esordito il sindaco Galimberti, sottolineando la «necessità di rilanciare Varese con una nuova chiave interpretativa per attirare sempre più investitori e far conoscere le bellezze di Varese».
MARONI E IL TURISMO
«Bellezze che la Regione vuole promuovere così come dimostrano i finanziamenti appositamente stanziati da maggio 2016 a maggio 2017 – ha detto Roberto Maroni – e che la Provincia di Varese deve saper cogliere, visto che coi i suoi quattro siti Unesco è la più ricca della Lombardia quanto a patrimoni protetti».
Guascona la chiosa di Maroni riferita al debutto della giunta di centrosinistra nell’inaugurazione della Fiera: «I sindaci passano, i governatori restano».
MARTINA E IL LABORATORIO VARESE
Last but not least dicono gli inglesi per significare che l’ultima parola pesa, eccome.
Di british, Maurizio Martina ha l’aplomb, di orobico ha invece l’innata tensione alla concretezza: «Sono felice di essere in una città straordinaria, che deve essere di stimolo a se stessa ma anche al resto d’Italia. Varese ha talenti importanti e sono certo che la combinazione delle forze produttive e delle istituzioni, se sapranno marciare compatte, troveranno nuove risposte e nuovi ambiti di sviluppo economico. Penso al turismo, collegato all’agroalimentare e al comparto enogastronomico. Penso a un laboratorio locale che sappia dare indicazioni nazionali».
La sfida è aperta, Varese chiama Varese e non solo. L’appuntamento è in riva a un lago grande come la scommessa di renderlo di nuovo balneabile.
L’impossibile è la scusa dei pigri.