A sovraintendere ai lavori di restauro degli interni della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Voldomino c’è Pinin Brambilla Barcilon, la restauratrice che ha salvato il Cenacolo di Leonardo dopo un restauro durato 22 anni nella chiesa di Santa Maria della Grazie a Milano. La restauratrice, impegnata in uno dei restauri più difficili al mondo, ha coordinato il progetto dei lavori di sistemazione interna della chiesa di Voldomino. Lavori divisi in tre lotti e fortemente voluti dal Comitato Pro restauro presieduto da Gianfranco Piazza che nel corso degli anni si è impegnato per riportare all’antico splendore l’edificio parrocchiale.
Ma andiamo con ordine. I lavori di sistemazione della chiesa cominciano già in prima battuta all’inizio del 2000: a guidare la comunità voldominese c’è don Luciano Bordini; in questi anni viene rifatto il tetto e la pavimentazione della chiesa. Ma il problema restano gli interni: alla metà del secolo scorso le pareti della chiesa vengono dipinte con una decorazione eseguita a tempera negli anni Sessanta. Così restano nascosti i decori e le opere originarie presenti sulle pareti dell’edificio e l’intonaco pian piano inizia a scrostarsi e diventa sempre più fragile. Da qui la necessità di mettere mano alla chiesa, un edificio originario del 1400 e oggetto di diversi cambiamenti nel corso dei secoli, per effettuare un restauro conservativo e portare la parrocchia all’antico splendore.
«Negli anni passati è stato realizzato un primo lotto di lavori – spiegano dal Comitato – per un importo di 130 mila euro mentre da luglio fino a dicembre di quest’anno i restauratori hanno portato a termine il secondo lotto di pari valore. Tutti i fondi necessari sono stati raccolti grazie alla grande generosità dei parrocchiani voldominesi che hanno donato per questo progetto e alla disponibilità dei parroci. In primis don Valerio Milani che per anni è stato sacerdote qui a Voldomino e ora il prevosto don Sergio Zambenetti».
Il primo lotto di lavori ha riguardato l’area del presbiterio mentre il secondo la navata centrale della chiesa e la parete vicina all’ingresso: manca ora, per rendere completo il restauro, la sistemazione delle cappelle laterali e in seconda battuta dell’antico organo e della facciata dell’edificio che dà sulla piazza centrale della frazione luinese. I lavori sono stati curati da un gruppo di restauratori: Annalisa Caffi, Sandy Marzola, Francesca Preatoni, Efisio Chessa e Federica Bruschicon la supervisione dei lavori a cura dell’architetto Giorgio Mantica. I restauratori sono stati impegnati per mesi in un lavoro certosino di rimozione della pittura a tempera apposta nel secolo scorso: sono emersi affreschi e strutture originarie. Lo strato di pittura dello scorso secolo non poteva essere consolidato e sono stati messi in risalto ad esempio i dipinti posti sulle volte della navata per riportare la chiesa a quello che era il suo stato nel 1800. Dopo questi mesi di chiusura la chiesa sarà riaperta ai fedeli la notte di Natale con la celebrazione della santa messa nell’edificio restaurato che tra altro è ad oggi interamente riscaldato a pavimento e illuminato con luci a led.