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Est od ovest? Guardare al di là dell’Enza e unirsi a Parma e Piacenza oppure flirtare con chi sta al di là del Secchia e creare un polo al servizio delle imprese gemignano-reggiane? La Camera di commercio di Reggio oggi conta 66mila iscritti. Troppo pochi secondo quanto stabilito dalla nuova legge, che non impone unificazioni soltanto alle camere con almeno 75mila soggetti. Lo stesso problema lo stanno vivendo Piacenza, con 33mila iscritti, e Parma che ne ha 54mila. La vicina Modena invece ne conta 89mila. Potrebbe sopravvivere autonomamente, ma i tagli ai finanziamenti che la stessa legge che regola fusioni ha determinato suggeriscono anche ai gemignani di cercare alleanze.
In Emilia Romagna l’unica Camera di commercio che resterà in piedi da sola è quella di Bologna. In Romagna Forlì e Rimini hanno già stretto un accordo. Ravenna e Ferrara stanno facendo altrettanto. Reggio è baricentrica e probabilmente vorrebbe esserlo ancora di più mettendo insieme un soggetto che vada da Piacenza a Modena.
Fino a qualche settimana fa sembrava che la Camera di commercio di casa nostra flottasse verso ovest, ma da qualche tempo a Parma l’idea non piace. I ducali temono che Reggio, numericamente più ricca e più strutturata, possa fagocitare la struttura parmense. Reggio allora ha bussato alla porta di Modena cercando di costruire un’alleanza che possa affascinare anche Parma e Piacenza, che insieme costruirebbero un soggetto comunque piccolo. Tra pochi mesi si trarrà il dado. In tempi di discussione di area vasta, interessare più realtà possibili sarebbe la decisione più giusta.