«Auspichiamo che la Camera di Commercio di Varese rimanga autonoma: ne ha i numeri». Questo il messaggio che ha voluto lanciare Aime nella conferenza stampa di ieri mattina, a cui hanno partecipato il presidente Armando De Falco, il direttore Gianni Lucchina, il vice presidente vicario Graziella Roncati Pomi e l’onorevole Angelo Senaldi, componente della commissione attività produttive in parlamento. Aime, lo scorso 20 gennaio, aveva presentato un documento contenente alcune riflessioni e indicazioni sulla strada da imboccare con la riforma, tra cui la necessità di un pieno coinvolgimento delle imprese per ridare alle stesse legittimazione democratica. «Il testo della riforma ha accolto le nostre proposte e indirizza le Camere di Commercio a imboccare una nuova strada. Ma siamo soddisfatti a metà. – affermano i vertici di Aime – Avremmo preferito fosse accolta la nostra proposta che di fatto avrebbe rilanciato e rafforzato il sistema Camera di Commercio e avrebbe ulteriormente qualificato le spese e i costi, nonché superato l’attuale sistema autoreferenziale dei sistemi associativi». La riforma prevede che le Camere di Commercio si riducano da 105 a 60. «Visti i numeri della nostra Camera di Commercio, considerata la forte e dinamica capacità organizzativa, gestionale e promozionale, siamo determinati affinché la Camera di Commercio di Varese mantenga la propria autonomia e continui nel suo percorso di innovazione e di servizi alle imprese». «Un’aggregazione con altri territori, ad esempio Como e Milano, significherebbe di fatto annullarci in una di quelle realtà perdendo la peculiarità e il rapporto con le imprese della nostra Provincia, con il rischio che parte delle stesse, in particolare quelle collocate nel sud di Varese, colgano l’occasione per spostare la propria attenzione verso altri ambiti territoriali. La Camera di Commercio di Varese tiene unito il nostro territorio e le nostre imprese». n