Ultimi ciak di “Suspiria”, il regista Guadagnino ringrazia la città, che ricambia
VARESE Alla fine è uscito dal bunker. Prossimo all’ultimo ciak varesino di “Suspiria”, Luca Guadagnino ha incontrato ieri autorità e media in un appuntamento organizzato a Ville Ponti dalla Camera di Commercio. L’occasione per conoscere anche qualche dato sugli effetti in termini economici della presenza di una produzione cinematografica dal respiro internazionale. 135 le comparse varesine coinvolte, 13 le imprese locali che hanno fornito materiali. Questa la voce di spese più alta della Frenesy Film Company: 2.150mila euro. 456mila invece per hotel (Palace su tutti), B&B e appartamenti. Cifre comunicate con soddisfazione da Giuseppe Albertini, presidente della Camera di Commercio che – grazie a un’intuizione del segretario generale Mauro Temperelli – ha messo a disposizione gli uffici di un piano.
Così la Camera di Commercio è diventata (quattro mesi fa) il quartiere generale della Frenesy almeno fino a quando – a inizio novembre – non sono risuonate nell’aria le parole “ciak, motore, azione».
A beneficiarne il Grand Hotel Campo dei Fiori, per quello che – come si augura anche il sindaco Davide Galimberti intervenuto allo scambio di saluti – potrebbe essere solo il primo atto di una rinascita a lungo attesa.
«Mi serviva – ha spiegato Guadagnino – un posto in cui potere ambientare tutta o quasi una vicenda che è complessa. Avevo già girato a Varese una scena alla Canottieri per “Io sono l’amore” poi tagliata. Ma è stato il Gran Hotel Sommaruga a conquistarmi. Ho intuito che fosse il set ideale».
Se Varese ringrazia lui, il regista ricambia con affetto. Si capisce che non ama particolarmente situazioni del tipo di ieri ma è cortese e autentico quando parla della città: «È molto bella, in particolare il centro che ho potuto conoscere bene perché ho preso in affitto un appartamento in corso Matteotti». La promozione riguarda però altri aspetti. «L’accoglienza della gente è stata al contempo calorosa e rispettosa ma, soprattutto, non mi era forse mai capitato di avere un rapporto così positivo con le istituzioni. Ci avete messo nelle condizioni per potere lavorare al meglio». Il fatto che il tabellino di marcia – il 23 dicembre l’ultimo ciak annunciato sin dall’inizio dei lavori – sia stato rispettato suona a conferma.
«Peccato non sia scesa un po’ di neve, in fondo un po’ ci speravo», scherza. Poi seriamente: «Mi dispiace solo che di Varese non troverete traccia nel film». La vicenda infatti – come anticipato – è ambientata nella Berlino del 1977. «Spero che alla gente venga comunque voglia di scoprire il set del film». L’uscita è prevista per la primavera 2018. Prima di “Suspiria” («Più che di remake parlerei di cover», spiega in linea con il suo spirito rock) di Guadagnino nelle sale vedremo “Chiamami con il tuo nome”. Lavoro questo che è stato invitato alla prossima edizione del Sundance Film Festival, quello – per capirci – di Robert Redford. Un riconoscimento che si aggiunge alla scelta di uno dei critici cinematografici del “New York Times” di inserire “A Bigger Splash” tra i migliori dieci film dell’anno. Adorato negli Usa (da quelle parti dopo Paolo Sorrentino è lui il regista italiano più apprezzato), Guadagnino resta però profondamente legato alla provincia. I suoi due ultimi film sono stati girati a Crema – città in cui vive – e a Varese. «La verità – spiega – è che a me piace molto la Lombardia».