Intoppo burocratico all’Inps: frontalieri senza assegni familiari

La Prealpina - 31/03/2017

Centinaia di lavoratori frontalieri stanno lamentando gravi difficoltà nell’ottenere gli assegni familiari in Svizzera. La ragione è dovuta a una sostanziale mancanza di comunicazione tra le casse svizzere che gestiscono gli assegni familiari e l’Inps. La denuncia della situazione arriva dal sindacato elvetico Ocst che ha ricevuto diverse segnalazioni, soprattutto dai frontalieri il cui coniuge (o altro genitore) ha un contratto di lavoro da dipendente in Italia. Questi soggetti sono infatti tenuti a seguire una procedura stabilita dal Regolamento europeo in materia di libera circolazione delle persone. In particolare il genitore che lavora in Italia deve obbligatoriamente richiedere presso l’Inps l’assegno per il nucleo familiare. Una volta che questo ha ricevuto in busta paga il primo importo, il frontaliere potrà poi fare richiesta in Canton Ticino per l’assegno familiare. A quel punto la Svizzera dovrebbe erogare al frontaliere la differenza tra l’assegno intero (200/250 franchi) e quanto già versato dall’Istituto previdenziale italiano. Per conoscere l’entità dell’importo erogato in Italia, la cassa svizzera deve contattare l’Inps per via telematica e farsi inviare il cosiddetto modulo E-411, cioè un documento elettronico dove viene riportato questo valore. Ricordiamo che dal 2015 è vietato ai lavoratori di recarsi personalmente all’Inps ma tutto dovrebbe essere gestito elettronicamente. Facile no? E invece. «Tutt’altro – commentano da Ocst -. Paradosso dei paradossi, l’Inps e le casse svizzere non hanno mai trovato un accordo per come gestire la procedura. Per una volta le responsabilità sono da ripartire su entrambi gli Stati. L’ente italiano infatti vorrebbe a buon diritto che lo scambio dei moduli avvenisse tramite un sistema di posta elettronica certificata (Pec o simili) e verrebbe da dire che la cosa è ovvia. Al contrario le casse svizzere non dispongono di un sistema simile e inviano le richieste o tramite l’indirizzo e-mail pubblico o ancora peggio tramite posta cartacea. Ne consegue che molte richieste cadono nel vuoto e non giungono mai nelle mani di coloro che dovrebbero gestirle». E anche quando arrivano a destinazione, «l’Inps ha tempi di attesa biblici per le risposte e in alcuni casi passano persino sei mesi. Le cose peggiorano man mano che ci si allontana dalla frontiera perché gli addetti non sono abituati ai frontalieri. Inoltre a complicare le cose vi è il fatto che in Svizzera non esiste un’unica cassa per gli assegni familiari, ma ve ne sono diverse decine e ognuna segue una procedura tutta sua». Come risolvere la faccenda? «Stiamo provando a mediare un incontro tra i vertici Inps di Lombardia e Piemonte e la Cassa cantonale. Del resto basterebbe davvero poco per risolvere il problema, come ha già dimostrato l’esperienza del Canton Grigioni dove si è già trovato un accordo».