L’atteso incontro in Regione per arrivare a un accordo fra la proprietà Gallazzi e i rappresentanti sindacali, in programma lo scorso lunedì, non è andato a buon fine ma la vicenda che tiene banco ormai da mesi è arrivata sì a una svolta. Sul tavolo c’era la richiesta di mobilità per 30 lavoratori (su circa 130) in forza al sito produttivo di via Salvador Allende. Dopo un braccio di ferro fra le parti s’era imboccata la strada dei prepensionamenti oppure degli incentivi per l’uscita volontaria così da evitare che si arrivasse all’avvio della procedura che avrebbe portato alla perdita di quei 30 posti di lavoro. Ebbene, l’azienda, secondo quanto si è saputo, ha trovato 26 lavoratori che, attraverso i prepensionamenti o le uscite incentivate, sono disposti a lasciare la Gallazzi.
«Se avessimo trovato un accordo – spiega Antonio Parisi (Uiltec) – l’azienda avrebbe avuto anche un consistente risparmio economico. Il nostro obiettivo, nostro come sigle sindacali (oltre alla Uil erano impegnate le sigle del ramo chimico Cgil, Cisl e Adl, e la Rsu Ndr), è quello di difendere tutti i posti di lavoro e quindi siamo contrari alla scelta di mercificarli». Questo per dire che le organizzazioni sindacali hanno tenuto il punto, ma le 26 uscite, peraltro previste dalle normative vigenti, fanno comunque calare la tensione: «La speranza è che si possa avviare una fase nuova – spiega l’assessore Vito Pipolo impegnato, insieme con il sindaco Dario Galli, a seguire la vicenda fin dal principio – e che si passi dalla diminuzione dei posti di lavoro alla fase degli investimenti e dello sviluppo avendo la Gallazzi grande potenzialità. Per quanto concerne l’Amministrazione comunale pensiamo di avere svolto al meglio il ruolo, ristretto, che potevamo avere in questa situazione». Dal municipio ribadiscono che il territorio non si può permettere di perdere un solo posto di lavoro e, ribadisce Pipolo «abbiamo cercato in più di una occasione di radunare le parti intorno a un tavolo pur sapendo di essere in presenza di posizioni molto distanti». È doveroso ricordare che della vertenza in corso alla Gallazzi si sono occupate tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale, alcune delle quali avevano chiesto la convocazione della commissione sviluppo presieduta da Romina Frattini. Ora la tensione si allenta pur se i problemi rimangono in questa storica azienda fondata da una nota famiglia, la Gallazzi, espressione dell’imprenditoria cittadina. Qualche anno fa l’azienda è stata acquisita da una multinazionale belga proprietaria, in provincia di Varese, anche di uno stabilimento a Gallarate.