Ryanair mette in guardia sulle minacce di Brexit. Lo ha fatto l’altro giorno, durante la tavola rotonda organizzata al Parlamento Europeo per l’allineamento dei programmi politici relativi al turismo e all’aviazione, evidenziando l’urgente necessità di fare chiarezza sull’accesso aereo a seguito dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europa. Cosa accadrà è un enorme punto di domanda, con ripercussioni sia per le compagnie britanniche che operano in Europa, sia per i singoli collegamenti tra Europa e Gran Bretagna che dovranno essere regolati da accordi bilaterali tra i Paesi, proprio come avviene con qualsiasi altro Stato al di fuori dei confini comunitari. Amar Breckenridge di Frontier Economics ha dimostrato l’enorme impatto potenziale della Brexit sul turismo, in quanto i viaggi verso il Regno Unito rappresentano tra il 10 e il 40 per cento del totale nell’Unione Europea di ogni singolo Stato membro.
Mentre Ryanair si interroga, la concorrente easyJet passa all’azione, perché a breve diventerà una compagnia extracomunitaria con enormi interessi all’interno della comunità europea. Malpensa, per esempio, è la sua seconda base dopo Londra, con oltre 7 milioni di passeggeri ogni anno. Potrà continuare a operare con gli stessi volumi? Sì, secondo il direttore easyJet per l’Italia Frances Ouseley, intervenuta nei giorni scorsi a Mestre assicurando il mantenimento dei propri diritti di volo nell’Ue prima che la Brexit sia effettiva. La strategia varata passa attraverso due mosse fondamentali. La prima è la creazione di un certificato di operatore aereo europeo, che si aggiunge ai due già esistenti, inglese e svizzero. Sarà un “giochino” che costerà almeno 10 milioni di euro, ma ciò consentirà alla compagnia di tutelare il proprio attuale network di collegamenti. La seconda mossa passa attraverso un accordo bilaterale che permetta alle compagnie inglesi di volare in Europa e viceversa. «È nell’interesse di tutti, compagnie aeree e viaggiatori, britannici e di tutta Europa, che i voli tra la Gran Bretagna e l’Ue possano proseguire», ha detto Ouseley, ribadendo che la sede principale rimarrà Luton e che gli orange resteranno quotati alla Borsa di Londra.
Con o senza inglesi nell’Ue, la concorrente Ryanair (che è irlandese) ha nel frattempo garantito a Bruxelles il proprio sostegno all’iniziativa “Capitale Europea del Turismo”, un programma volto alla promozione del turismo in tutto il continente. Kenny Jacobs, Chief marketing officer di Ryanair, ha evidenziato come il trasporto aereo low cost sia un fattore chiave della crescita del turismo regionale e dei posti di lavoro, mentre David O’Brien, Chief commercial officer, ha sottolineato l’impatto positivo generato dalle compagnie aeree low cost su turismo, occupazione e mobilità sociale nei viaggi tra le regioni europee, e come al contrario i regimi di monopolio degli aeroporti e le tasse governative sui passeggeri alterino il mercato a svantaggio delle regioni.