In Lombardia nel 2015 si sono registrati 152 infortuni sul lavoro mortali, di cui 25 nella filiera delle costruzioni. Numeri in calo rispetto al passato, ma sui cui non può calare l’attenzione. Ecco perché ieri tutti i lavoratori edili hanno scioperato per un’ora, allo scopo di rivendicare una sempre maggior sicurezza sul lavoro. Una iniziativa decisa unitariamente dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil. Braccia incrociate con valore simbolico, dunque, per una protesta a cui non si son sottratti neppure i lavoratori edili varesini.
Anche per loro, nelle aziende più grandi, un’ora di stop dagli impegni di cantiere che, nella quasi totalità dei casi, si è trasformata in assemblea per discutere di sicurezza. Il tuto con alle spalle un dato positivo. Da un paio d’anni, infatti, in provincia di Varese, non ci sono infortuni mortali in cantiere. «Da circa un paio d’anni in provincia non si verificano gravi incidenti – commenta Stefano Rizzi della Cgil – Noi non possiamo che augurarci di proseguire su questa strada e nello stesso tempo non possiamo fare a meno di pensare che il lavoro di prevenzione che abbiamo avviato, probabilmente, dà i suoi frutti».
Sul nostro territorio, infatti, da tempo è aperto un tavolo di confronto per la prevenzione degli incidenti in cantiere, una squadra di tecnici verifica costantemente i lavori in corso e i sindacati si sono impegnati in prima persona a tutela dei lavoratori anche nelle aziende di piccole dimensioni. Un lavoro di squadra, insomma, che porta risultati.
certo, va anche detto, che negli ultimi anni della crisi il settore dell’edilizia ha subito contraccolpi pesantissimi. Gli addetti sono passati da diecimila e cinquemila. Meno lavoro, meno incidenti. «Ma non è del tutto vero – sottolinea Rizzi – perchè di solito quando c’ la crisi si lavora peggio in cantiere e non meglio». Ovvero, pur di accaparrarsi una commessa, magari si trascurano dettagli di sicurezza che poi in verità risultano fondamentali. E non si pensi che non siano monitorati i lavoratori che magari da dipendenti hanno deciso di mettersi in proprio: la Asl verifica anche tutti i lavoratori impegnati in modo autonomo a partita Iva.
Quella di ieri, in ogni caso, è stata una giornata di mobilitazione a livello nazionale. «Con la crisi, anziché rafforzare ogni strumento per far crescere regolarità e sicurezza, si è scelta una strada diversa, che ha generato mostri: penso a voucher, massimo ribasso negli appalti, depotenziamento del Durc, liberalizzazione delle partite Iva», ha detto Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea Cgil. «Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: crescono gli infortuni mortali rispetto al 2015 e gli over-60 coinvolti in incidenti gravi e mortali, un dato terribile, più che raddoppiato». Sull’Ape agevolata quindi «insistiamo nel chiedere a governo e parlamento di ridurre i 36 anni di contributi e togliere il riferimento alla continuità del lavoro di almeno 6 anni: traguardo impossibile per gli edili».