In Svizzera 57 chilometri in 17 anni In Italia ce ne vogliono 8 per 3,6 km

La Provincia Varese - 02/06/2016

AlpTransit è realtà: un’opera che mette la provincia di Varese sempre più al centro dell’Europa, e una lezione di efficienza all’Italia. La Svizzera in 17 anni ha realizzato il tunnel ferroviario più lungo del mondo, 57,1 chilometri, con una profondità fino a 2300 metri sotto le montagne. Da noi se tutto va bene ci vorranno otto anni per costruire i 3,6 chilometri della ArcisateStabio e chissà quanti (ad oggi, non meno di dieci) per completare 57 chilometri – di cui appena 12 in galleria – dell’autostrada Pedemontana fino a Dalmine. Per inaugurare i primi 22 chilometri ci sono voluti quasi sei anni, ma il suo futuro è ancora incerto. Bellinzona-Luino-Gallarate È stata aperta ieri la Galleria di base del San Gottardo: con 57,1 chilometri, è il tunnel ferroviario più lungo al mondo, ma anche il più profondo, visto che raggiunge, nel suo punto massimo, oltre 2300 metri sotto le rocce. Un’opera di ingegneria straordinaria, costata 11 miliardi di euro, in oltre 17 anni di lavori: permetterà di risparmiare 30 minuti sulla tratta Zurigo-Lugano. L’Europa si avvicina, insomma. Questo è solo il primo step del progetto AlpTransit, che verrà completato nel 2020 con l’inaugurazione della Galleria del Monte Ceneri, dimezzando di altri 30 minuti le percorrenze. È quello il traguardo a cui è chiamata l’Italia, per farsi trovare pronta con le opere necessarie a rendere più efficaci i collegamenti merci lungo l’asse verso il Nord Europa. In quest’ottica, oltre al completamento della Arcisate-Stabio, Rfi ha già programmato le opere di adeguamento della tratta Bellinzona-Luino-Gallarate (cofinanziate dalla Confederazione Elvetica) per adeguarla al transito dei carri merci da quattro metri che raggiungeranno lo snodo intermodale Hupac di Busto Arsizio-Gallarate. «Oltre che di efficienza e democrazia, visto che AlpTransit è stato deciso con un referendum popolare, gli svizzeri ci hanno dato una lezione di bon ton – ricorda Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia – Non solo hanno pagato l’infrastruttura in territorio svizzero, ma poiché sul versante italiano, allo sbocco del Gottardo, la nostra rete di collegamento con Novara, Busto Arsizio e Milano non è stata nel frattempo potenziata, sono piovuti 120 milioni di euro per adeguare le sagome dei treni, aumentarne il peso a 2000 tonnellate e la lunghezza a 750 metri. Insomma, un pezzo di rete italiana migliorata con soldi svizzeri». A Pollegio, in Canton Ticino, alla cerimonia inaugurale della galleria di base del Gottardo, c’era anche il governatore di Regione Lombardia Roberto Maroni: «Siamo ovviamente interessati a questa opera, perché serve a mettere in contatto il Nord con il Sud delle Alpi e serve a rafforzare i rapporti della Lombardia, e dell’Italia, con la Svizzera – il suo commento – da parte nostra, stiamo procedendo con i lavori per la sistemazione delle opere anche sul versante italiano: entro fine 2017, la Arcisate-Stabio sarà finalmente completata, nell’ambito di un investimento importantissimo dei due Paesi sul trasporto ferroviario che è il trasporto del futuro, perché è sicuro e rispetta l’ambiente». Maroni assicura l’«impegno di Regione Lombardia», in contatto con Reti Ferroviarie Italiane e con il ministro delle infrastrutture Delrio, per predisporre «un piano di investimenti di diversi miliardi, che noi vogliamo concentrare in Lombardia sul trasporto ferroviario, per recuperare il tempo perduto». Destinazione 2019 Il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo ricorda che «il progetto del Gottardo sarà ancora più funzionale nel 2019 quando si completeranno i lavori di potenziamento del traforo del Ceneri e della Lugano-Chiasso». «Sono quindi strumentali le polemiche di chi afferma che l’Italia non si stia preparando per quell’appuntamento: sono già in corso le opere di potenziamento dei collegamenti sia sulla linea principale da Chiasso a Milano, sia sulla linea del lago Maggiore, oltre alla linea ferroviaria Arcisate-Stabio».