Sì, sì la tappa l’ha vinta il tedesco Nico Denz. Ma questo Giro d’Italia, dopo vent’anni a inseguirlo e a
studiare come prenderne un pezzo per farlo fruttare al meglio, lo stravince il cassanese Nicola Poliseno che alla fine è riuscito al suo ultimo battito d’ali nel doppio mandato da sindaco (decennio 2012-2022)
a portare l’arrivo qui regalando sogni all’intera provincia e lo vincono tutti i suoi concittadini che in questi tre mesi hanno assorbito quanto più rosa possibile e immaginabile con l’obiettivo di rendere il sabato appena trascorso l’evento dell’anno nel Varesotto.
Ci sono riusciti. Eccome se ci sono riusciti. Infatti, Cassano Magnago che di abitanti ne fa 22mila e spiccioli in un giorno solo ha avuto una popolazione appassionata, internazionale (anche arrivata dall’Australia), disponibile, gioiosa e dall’alto valore socio-economico di ben 74mila persone.
«Calcolate per difetto dalle rilevazioni tramite droni degli universitari ai quali abbiamo affidato il compito di valutare le presenze», afferma un felicissimo Poliseno che l’avventura prima se l’è costruita e poi, lasciata la fascia tricolore al successore e contiguo Pietro Ottaviani, se l’è vissuta da coordinatore del Comitato Tappa. «E ho abbassato la cifra del 15-20 per cento. Il canonico scarto di errore».
Ma già così, qualora i conti venissero confermati con esattezza nei prossimi giorni, significherebbe avere avuto in città pressapoco due volte e mezzo il numero dei residenti.
Certo, vedendo le cifre diffuse sin da sabato sera da Poliseno tramite WhatsApp, magari a qualcuno
verrà il dubbio che nel tratto stradale sotto esame forse tutta quella gente non ci poteva stare. Però, che a Cassano si debba stappare champagne dopo l’invasione rosa è fuori di dubbio.
Comunque, questo è il messaggio con i primi numeri dati dal Comitato: «10 e Lode per tutti i
settori del Giro. Dalle 8 alle 18 presenze complessive 74.000. Tempo medio di permanenze 3
ore e mezza. Picco massimo di presenze contemporanee nella fascia oraria 16.30-17.30 pari a
58.000, concentrate nei 3 chilometri precedenti l’arrivo della tappa e nell’anello centrale
chiuso al traffico veicolare».
Migliaio più, migliaio meno, l’iniziativa costata al Comune 180mila euro si sta rivelando proficua. «La tappa si è già ripagata da sola», sottolinea Poliseno, nell’attesa di avere anche le cifre dell’indotto economico. «Sabato ho guardato le facce dei commercianti: assicuro che erano contenti». Ma soprattutto: «Questo è l’unico evento per il quale si sono proposti gli imprenditori. In quindici hanno deciso di essere
sponsor e hanno pagato quasi la metà della spesa. Il Comune poi ha introitato il resto con Tosap e imposte pubblicitarie».
Basti pensare che il plateatico per uno stand, sabato, costava 2mila euro. Cifre mai viste e il
bello è che sono state pagate. E bisogna fare i conti sugli incassi prodotti in locali e nogozi da
una simile fiumana di persone.
«Senza dimenticare che abbiamo asfaltato le strade interessate, per le quali erano già previsti i lavori, con i 100mila euro della Regione erogati grazie al Giro: abbiamo programmato l’intervento in sua corrispondenza».
Come dire che il coraggio paga.
In tal caso il coraggio di trasformare in realtà il sogno scaturito nel 2003 bevendo un caffè durante il Trofeo Miro Panizza.
Idea alimentata dagli studi di Confindustria sull’impatto economico generato dai grandi eventi. «Sapevo che la tappa avrebbe generato soltanto positività», conclude Poliseno.
«Volevamo sollecitare un mondo. Si sono svegliati tutti».
E adesso il monumento al Giro piantato al rondò di via 4 Novembre diventa un faro. Perché
Cassano ora è un modello per l’intera provincia.