«Faccio una premessa: sono un lacustre trapiantato», attacca Guido Bonseri. Lui, originario di Bormio, dall’87 vive nella provincia di Varese, dove assieme alla moglie gestisce l’hotel Belvedere di Ranco. Bonseri è un uomo appassionato di biciclette, ed è per questo che la sua vita la vive in piedi sui pedali.
Guido, lei ha abbinato lavoro e passione.
Diciamo che sto cercando di sviluppare il mondo della bicicletta sul Lago Maggiore. Sapete…
Ci spieghi…
Dodici anni fa, ho avuto un pensiero. Un pensiero stupendo: rendere, ancora di più, il nostro territorio una località per i ciclisti.
Cioè? Ci ha incuriosito.
Beh, la provincia di Varese è da sempre un luogo prolifico di ciclisti, da Binda, Ganna, Chiappucci, Basso, Colombo e Zanin, giusto per fare qualche nome. Perché il nostro territorio si presta benissimo a correre in bicicletta. E allora mi sono detto: perché non attirare il turismo sui pedali?
Certo…
Se non ci fosse il turismo dei bikers, anche i luoghi di montagna lavorerebbero solo quindici giorni l’anno. Un paio di numeri?
Siamo qui.
Uno dei primi, se non il primo luogo d’Italia a diventare patria di questo tipo di turismo è stato il lago di Garda, circa 25 anni fa. Il peso delle bici? Sui tre milioni di pernottamenti.
Sul Maggiore, invece, come siamo messi?
Noi siamo alla seconda stagione effettiva, e stiamo vedendo ora i primi veri risultati. Risultati che si vedranno sicuramente nel tempo: già questa settimana si è corsa la prima Granfondo della Tre Valli Varesine. E non è poco: per il turismo internazionale è un evento che ha le potenzialità di diventare importantissimo.
Dice?
Certo: l’Italia è da sempre patria del ciclismo. I maggiori produttori mondiali di biciclette sono stati gli italiani. Diciamo che questo sport è nato da noi.
Quali sono i pregi della nostra provincia?
Sicuramente l’incredibile varietà di percorsi. Pochi altri posti possono vantare lunghissimi tratti pianeggianti e importanti salite. Sapete una cosa?
Cosa?
Non serve andare sulle Alpi per trovare quindici o venti chilometri di scalata. Qui da noi si passa da 0 a 1800 metri, più o meno il dislivello dei 1500 metri che vanno da Bormio al passo dello Stelvio. O quello che va da Corvara alle tre cime di Lavaredo.
E da noi come va?
Quest’estate abbiamo avuto più turisti certamente, anche se la strada da fare è ancora molta.
Qual è la miglior strada da percorrere per continuare ad attrarre un numero di turisti sempre maggiore?
Sicuramente un grande aiuto lo ha dato la Camera di Commercio, creando un’importante rete tra professionisti di diversi settori, sviluppando l’importante progetto “Varese Sport Commission”.
Ci fa un esempio?
Certo: tra i vari percorsi che propongo ai miei clienti ci sono tour gastronomici. Grazie alla Camera di Commercio ho scoperto trattorie dove mandarli a mangiare, che magari sono proprio sul giro che propongo. E poi il club di prodotto turistico “Lago Maggiore Bike Hotels”, altra iniziativa promossa dalla CAmer di Commercio con il supporto della Regione, offre al nostro territorio un atout di non poco rilievo. Vedete, sono tante piccole cose che sommate fanno quelle grandi.
Ovviamente.
È la somma di varie possibilità di scelta che crea un flusso costante e continuo di turismo. Qui da noi si possono vedere i laghi o le ville e l’osservatorio del Sacro Monte: va solo organizzato e proposto. Qui da noi si può fare il giro dei laghi solo in fuori strada: ecco quando i miei clienti l’hanno saputo, hanno fatto i salti mortali, anche perché il dislivello non è proibitivo e anche chi non ha la passione per le scalate può affrontarlo. Quanti altri posti possono vantare un panorama e una varietà di percorsi come i nostri? •