Il Varesotto sale in bici Ma serve più impegno

La Prealpina - 18/05/2018

Il Varesotto scende dall’auto e sale sulle biciclette, al pari di territori d’avanguardia, come il Trentino e la Svizzera, dove gli spostamenti quotidiani “a pedali”, per ragioni di svago o di lavoro, hanno raggiunto da tempo la doppia cifra percentuale. Da qui un appello ai Comuni e una strizzatina d’occhi a Regioni e Stati confinanti. Nel primo caso perché contribuiscano nei fatti (a cominciare dal varo di Piani di governo del territorio) a rendere possibile una seria rete ciclopedonale provinciale attraverso un “Quaderno della mobilità sostenibile”, sorta di patto fra enti locali; nel secondo perché ciclovie presenti e future non rimangano spezzoni isolati di “mobilità dolce”, ma si inseriscano nella più diffusa rete infrastrutturale italiana ed europea.

Sono i due messaggi “politici” principali usciti dal convegno “Mobilità ciclistica in provincia di Varese: punto della situazione e scenari di sviluppo” svoltosi ieri mattina a Villa Recalcati. Per la prima volta amministratori pubblici, tecnici, addetti ai lavori si sono confrontati a questo livello, segno di un’attenzione sempre più marcata verso una mobilità alternativa. E i risultati sono stati subito evidenti: sala Ambrosoli piena, vasto parterre di sindaci o loro delegati, tecnici e dirigenti, confronto con altre realtà dove gli spostamenti quotidiani in bici sono entrati da tempo nel costume, dal Trentino al Canton Ticino presenti rispettivamente con Raffaele De Col (dirigente Dipartimento Infrastrutture e Mobilità) e Federica Corso Talento (rappresentante Sezione Mobilità Dipartimento Territorio). Spiega Marco Magrini, vicepresidente della Provincia e principale fautore del convegno insieme a Fiab Varese: «Vogliamo promuovere la mobilità sostenibile attraverso lo sviluppo di un progetto di rete ciclopedonale e di progetti di sviluppo dei servizi a suo supporto. I tracciati proposti assumeranno la valenza di percorsi cicloturistici, in connessione ai tracciati di scala regionale, detti “corridoi”, nazionale (Bikeitalia) e transfrontaliero (Eurovelo); ma si rivolgeranno anche a chi utilizzerà la bici per gli spostamenti casa-lavoro, come nel progetto Interreg Ticiclovia o per il tracciato Bike to Work JRC oppure per il tempo libero. Come dimostrato dove reti di questo tipo funzionano da anni, le ricadute positive sono molteplici: prima di tutto quelle ambientali, con una diminuzione del traffico e il miglioramento della qualità della vita, ma anche di tipo economico in termini di indotto e di posti di lavoro creati». Dino De Simone, assessore ad Ambiente e Sport del Comune ha ricordato «il finanziamento da un milione e mezzo di euro per le piste ciclabili da realizzare attorno alle scuole» e inoltre «il Piano urbano della mobilità sostenibile che inizieremo a realizzare fra un mese e mezzo». Disponibilità al progetto sono venute da Camera di Commercio, Trenord, Regione Lombardia e Navigazione Lago Maggiore.