Vivo davvero in Svizzera e per questo non ho presentato la dichiarazione dei redditi in Italia: rivoglio quindi indietro la mia Ferrari sotto sequestro». Semplificando un po’ una vicenda complessa, è questo il messaggio che ieri mattina il presidente di Mv Agusta Giovanni Castiglioni (nella foto Archivio) ha trasmesso attraverso i suoi legali al Tribunale del Riesame varesino presieduto da Anna Azzena, Tribunale che si occupa appunto dei ricorsi contro i sequestri. Il presidente della casa produttrice di alcune delle migliori motociclette del mondo, con sede alla Schiranna, è accusato dalla Procura di Varese, in conseguenza di un’indagine della Guardia di Finanza, di aver violato l’articolo 5 della Legge sui reati tributari, quello che punisce l’omessa dichiarazione. E più precisamente a Castiglioni si contesta la mancata presentazione della dichiarazione relativa alle imposte sul reddito per quanto riguarda l’anno 2013, sulla base appunto del fatto che la residenza in Svizzera dell’imprenditore fosse fittizia. Con un “conto” da pagare pari più o meno a 175.000 euro. Di qui il sequestro, la scorsa estate, di un bene dell’imprenditore per un valore più o meno equivalente a quanto dovuto al fisco: appunto una Ferrari con targa svizzera.
Ieri, davanti al Tribunale del Riesame di Varese, a portare le ragioni del presidente di Mv Agusta è stato l’avvocato Elisabetta Brusa, che lo rappresenta insieme al collega Andrea Lanata. E alla fine dell’udienza il Tribunale si è riservato: una decisione sul sequestro della Ferrari è attesa per i prossimi giorni. L’avvocato Brusa ha contestato il fatto che la Guardia di Finanza sia arrivata alla conclusione che Castiglioni non vivesse davvero in Svizzera nel 2013 sulla base di accertamenti effettuati nel 2016, quindi tre anni dopo. E sono stati contestati anche i motivi per cui la residenza è ritenuta fittizia, ossia il fatto che i figli vanno a scuola a Varese, che il frigorifero della casa di famiglia nella stessa città fosse pieno al momento di un controllo e naturalmente il fatto che il presidente della Mv Agusta non lavora nella Confederazione, ma in Italia. Mentre a dimostrazione di una effettiva “vita svizzera” è stato portato ad esempio il fatto che il presidente della società ha un’assicurazione sanitaria elvetica.
Dal punto di vista della professione, infine, nessuno contesta naturalmente che il luogo di lavoro sia in Italia, ma è evidente che un residente in Svizzera può lavorare oltre confine, così come avviene normalmente il contrario. E inoltre Castiglioni ha già dimostrato di aver assolto regolarmente il pagamento di altre imposte rispondendo a una prima contestazione di Procura e Gdf: nello specifico, si tratta della ritenuta alla fonte effettuata dall’azienda che nel tempo gli ha versato i compensi professionali, la sua Mv Agusta.