Secondo Pier Andrea Chevallard, direttore di Promos (l’agenzia per l’internazionalizzazione della Camera di Commercio di Milano), si tratta di «una delle eredità più preziose di Expo 2015». Non che prima non esistessero programmi di incoming di buyer esteri sul territorio nazionale, per favorire l’incontro diretto degli operatori internazionali con le imprese italiane. Ma, come ha spesso ripetuto il direttore di Promos, Expo ha fatto da acceleratore a questo fenomeno, valorizzando la presenza di buyer esteri a Milano e in Lombardia grazie all’accresciuta notorietà internazionale della città e al volano innescato dalle visite ufficiali di rappresentanti istituzionali dei Paesi stranieri.
Per questo Promos ha deciso di replicare anche per il 2016 – sempre in collaborazione con Unioncamere Lombardia, sistema camerale lombardo e Regione Lombardia – il programma di incoming che, nei sei mesi di Expo, aveva portato sul territorio lombardo circa 200 buyer da 32 Paesi, coinvolgendo oltre 800 imprese locali in quasi 5mila eventi.
Format vincente non si cambia, dunque: l’obiettivo, spiega Chevallard, «è mettere in contatto le aziende lombarde con interlocutori in arrivo da mercati diversi rispetto a quelli con cui tradizionalmente il nostro territorio ha rapporti commerciali». Il nuovo programma – che ha un budget complessivo di circa 800mila euro suddiviso tra camere di commercio e Regione – partirà il prossimo 14 giugno e si concluderà a metà dicembre. I numeri sono ovviamente inferiori rispetto al semestre dell’Esposizione universale, ma comunque ambiziosi: si stimano in totale circa 2.500 incontri B2B in sei mesi, che coinvolgeranno un centinaio di buyer esteri e un numero tra 750 e 900 di imprese italiano. «La risposta delle aziende è stata incoraggiante – dice Chevallard –: abbiamo aperto le iscrizioni ai primi di aprile e in appena tre settimane abbiamo ricevuto 500 manifestazioni di interesse». E l’interesse non si limita alla Lombardia: anche alcune Camere di commercio di altre regioni hanno chiesto di poter essere coinvolte nel progetto, tanto che, con tutta probabilità, al calendario saranno aggiunti nuovi appuntamenti che riguarderanno alcune province dell’Emilia Romagna e delle Marche.
I settori produttivi interessati sono soprattutto quelli legati ai beni di consumo, vista la tipologia di operatori esteri aderenti al progetto, ovvero importatori, distributori e agenti. «Le aziende più numerose sono quelle del comparto alimentare e anche in questo senso si sente l’eredità di Expo», fa notare il direttore di Promos. Si tratta in effetti del 32,8% delle aziende che finora hanno manifestato interesse, seguite da quelle del sistema casa (edilizia, arredo e contract), con il 26,7%, e da quelle della moda (18,6%). «Il nostro scopo è aumentare l’internazionalizzazione delle nostre imprese – precisa Chevallard – sia avvicinando ai mercati esteri quelle più piccole o meno aperte all’export, sia creando opportunità concrete di business per quelle già attrezzate a lavorare oltreconfine».
Una quarantina i Paesi di provenienza dai buyer, con particolare attenzione a quei mercati emergenti più difficili da raggiungere, in autonomia, dalle piccole e medie imprese: «Cerchiamo di allargare il programma ai Paesi meno consueti – precisa Chevallard – anche qui sfruttando un’altra importante eredità di Expo, che ha creato rapporti prima deboli o inesistenti». Tra questi l’Angola, l’Iran, l’Indonesia, le repubbliche centro-asiatiche (Kazakhstan, Turkmenistan, Uzbekistan Kirghizistan e Tagikistan), la Corea del Sud, l’India e il Kenya.