Il miele varesino varca i confini italiani e suscita interesse tra i produttori esteri, in particolare turchi. Cogliendo l’occasione di Agrivarese, Una delegazione proveniente da Instanbul, infatti, ha incontrato i vertici del Consorzio qualità miele varesino e visitato alcuni apicoltori del territorio. L’incontro con alcuni produttori varesini del nettare degli dei, è stato reso possibile grazie alla stretta collaborazione tra le Camere di commercio di Milano e Varese.
La Turchia, uno dei paesi leader mondiale per il miele, ha voluto incontrare gli apicoltori locali, con il preciso intento di imparare le tecniche produttive e poter così migliorare la qualità del proprio prodotto. Una trasferta importante, dunque, testimoniata anche dalla presenza dei responsabili dell’istituto di ricerca sull’apicoltura di Ondu, unico centro specializzato del paese euroasiatico, con ben 34 tecnici ingegneri dedicati all’analisi e allo sviluppo del settore.
«La Turchia ha un mercato in crescita – spiega Emilio Ballinari, presidente del Consorzio qualità miele varesino – e i produttori locali sono al lavoro per capire come migliorarsi. Il confronto con noi è dentro questo percorso. Per noi si tratta di un importante riconoscimento per la qualità del nostro miele».
I produttori e i ricercatori turchi hanno chiesto informazioni sulla procedura per ottenere la certificazione Dop, conquistata dal miele di acacia varesino. Una procedura lunga e complessa che al momento in Turchia non ha eguali ma che potrebbe essere il punto di partenza per dare vita a una certificazione di qualità turca.
«Il nostro miele ha un elevato grado di purezza – continua il presidente del Consorzio qualità – dal punto di vista dell’origine del nettare. L’aroma è delicato, confettato e vanigliato. Non possiamo che essere soddisfatti del fatto che anche all’estero si riconoscano queste qualità».
Insomma, gli apicoltori e produttori di miele varesino fanno scuola . Del resto l’esperienza maturata e i numeri che ne certificano l’attività parlano da soli.
In provincia ci sono circa 400 produttori di miele tra professionisti e hobbisti, mentre gli alveari sono circa 12mila. Considerando poi tutte le produzioni, oltre a quella d’acacia con la Dop anche quella di castagno e il tipo millefiori, sono circa 550mila i chilogrammi di miele ogni anno frutto dell’attività in terra varesina, per un valore commerciale che supera i 3 milioni di euro.
Certo, anche il clima ha il suo ruolo fondamentale.
«Veniamo da due annate deludenti – ricorda Emilio Ballinari – a causa del clima bizzarro che abbiamo avuto». Un biennio difficile che ha accomunato la produzione varesina a quella italiana , che nel 2017 è passata a 9,5mila tonnellate dalle 11mila del 2016, che già non era stato un anno generoso. Ma i consumi sono rimasti stabili, favorendo il consolidamento del fatturato del miele venduto a scaffale, aumentato del 5 per cento.
«Ora l’inverno è stato lungo – spiega ancora il presidente del Consorzio varesino – con la stagione un po’ indietro. Per il momento siamo cautamente ottimisti». Ma sempre con uno sguardo al cielo.