Sala consiliare gremita non solo di cittadini, ieri sera, in occasione del consiglio comunale aperto dedicato al futuro di Agusta Westland, a cui erano presenti anche esponenti del mondo sindacale, politico, imprenditoriale, lavorativo, economico, tutti uniti in difesa del colosso industriale. Non a caso le scelte di governance strategiche presentate dall’amministratore delegato di Finmeccanica Mauro Moretti preoccupano non poco, come si può leggere dal documento elaborato da tutti i capigruppo consiliari allarmati dal rischio di “indebolire” fortemente il territorio. Pertanto la priorità emersa è quella di tutelare le ricadute occupazionali e le assunzioni territoriali, il futuro delle relazioni con aziende dell’indotto locale e la relazione tra l’azienda ed i vari enti. Ad aprire la serata è stato il sindaco Leonardo Tarantinoche ha rivendicato l’orgoglio per la città di Samarate di avere sul territorio – a Cascina Costa – un polo industriale elicotteristico ed aeronautico leader nel mondo, prima di lasciare spazio agli interventi di dieci minuti dei tanti ospiti. L’economista Giorgio Zanetti si è soffermato sulle intenzioni di una maggiore efficienza ed un risparmio di costi da parte di Finmeccanica all’interno di un ragionamento logico molto aziendalistico e improntato alle aspettative dei mercati internazionali e a logiche solo finanziarie. In una serata dove sono spiccate le assenze di Univa, Confartigianato e Camera di Commercio, i sindacati hanno esternato le loro legittime preoccupazioni per il futuro dei tanti lavoratori. Per Francesco Nicolia (Uilm Varese), «le operazioni di Moretti sono finanziarie, di ristrutturazione e riduzione dei costi che comportano una riduzione e un impatto sull’occupazione». Insomma, i lavoratori non sono tranquilli, ci sono ancora vertenze da risolvere su salari e welfare. Domani ci sarà il cda di Finmeccanica e la richiesta è un piano industriale serio. Serve insomma una progettazione che metta cioè al centro le parole investimenti ed eccellenza. Ha aggiunto Fiorenzo Campagnolo (Adl Varese): «Temiamo la scure di Moretti e in particolar modo nel settore engineering e servizi, le politiche di accorpamento dei reparti rischiano di provocare il trasferimento dei lavoratori con gravi ripercussioni sull’indotto e lavoratori diretti e indiretti che possono colpire il sistema aziendale di grandi industrie come l’Agusta ed Aermacchi». La richiesta è quindi quella di aprire immediatamente il tavolo di confronto e di coordinamento con i Comuni interessati, il mondo politico, sociale e sindacale per chiedere conto a Finmeccanica delle scelte strategiche e un quadro più preciso e dettagliato nel campo delle politiche per l’occupazione. Riserve e critiche sono giunte anche dall’esponente sindacaleNino Cartosio (Fiom Varese) che ha definito il piano di Moretti – ispirato soprattutto ad un accentramento funzionale e decisionale piuttosto che di decentramento – «soprattutto contabile» in cui manca una progettazione industriale. Tanti numeri, prospettive di mercato, asset strategici ed industriali ma la legittima soglia di allarme del mondo sindacale – che vive a contatto con i dipendenti del territorio – si chiama proprio lavoro.