Il caro Svizzera non ci ferma

La Provincia Varese - 16/04/2016

Legge Imprese Artigiane del Canton Ticino, stangata e grattacapi per gli artigiani frontalieri. Fino al 78,1% in più di costo del lavoro e l’iscrizione all’Albo costa 23 volte tanto il risparmio ottenuto con la riduzione dei diritti camerali. Confartigianato Imprese Varese in campo per venire incontro alle piccole imprese che operano oltre confine: «Offriamo assistenza a 360 gradi ai nostri sportelli». È uno dei tanti aspetti del clima di tensione che si vive sui due versanti della frontiera che divide la provincia di Varese con il Canton Ticino: la Legge Imprese Artigiane (Lia), che prevede l’obbligo di iscrizione a un Albo apposito per le imprese italiane della filiera casa (dal carpentiere al piastrellista, dal posatore di pavimenti all’impiantista termico ed elettrico, dal vetrario al lattoniere) , crea «non poche difficoltà» a chi vuole continuare a lavorare in Canton Ticino. Ecco perché Confartigianato Imprese Varese, dopo aver aperto da alcuni mesi una corsia preferenziale con le autorità cantonali di Bellinzona per capire come potersi comportare di fronte ai nuovi obblighi, ha deciso di venire incontro ai grattacapi degli artigiani varesini offrendo alle aziende una consulenza particolarmente completa. I numeri del disagio creato alle imprese “frontaliere” dal provvedimento assunto a Bellinzona, che peraltro vale non solo per i nostri artigiani ma anche per gli stessi imprenditori svizzeri, sono impressionanti. L’ufficio studi di Confartigianato Lombardia ha calcolato un aumento del costo del lavoro che potrebbe diventare esiziale per le imprese con meno di 20 addetti. Da una media di duemila e 322 euro per dipendente, potrebbe salire addirittura fino al 78,1% dopo aver sostenuto l’onere di iscrizione previsto dalla Lia, nell’importo massimo di duemila franchi svizzeri, che corrispondo a 1.813 euro. Si « L’iscrizione all’Albo costa 23 volte il risparmio ottenuto dalla riduzione dei diritti camerali tratta di un caso comunissimo, visto che i dati sulle persone notificate per lavorare in Canton Ticino rivelano come, nei settori a maggiore vocazione artigiana, la quota di lavoratori distaccati e prestatori di servizio indipendenti è preponderante, pari all’86,7%. Il comparto a maggiore vocazione artigiana dove si concentrano principalmente i lavoratori notificati nel Canton Ticino è quello delle costruzioni (53,5%) seguito dal manifatturiero (19,2%) e dai servizi (14%). E ancora, una ditta individuale artigiana, che nel 2016 ha potuto beneficiare di una riduzione di 80 euro del diritto annuale per l’iscrizione alla Camera di Commercio (da 200 euro a 120), è costretta a sborsare un importo 23 volte maggiore del risparmio ottenuto grazie alla riduzione dei diritti camerali. Anche le sanzioni per chi non adempie all’iscrizione all’Albo della Legge Imprese Artigiane del Canton Ticino rischiano di mettere in ginocchio un piccolo artigiano: oltre frontiera si arriva a 45mila e 327 euro di “multa”, contro i 120 euro richiesti al di qua del Gaggiolo in caso di mancato pagamento del diritto camerale.