Il presidente di Autostrada Pedemontana Lombarda Antonio Di Pietro è pronto a incontrare il presidente della provincia di VareseGunnar Vincenzi e i sindaci del territorio. L’appuntamento è domani alle 15 in Villa Recalcati. Per i Comuni della provincia di Varese, i temi centrali dell’incontro sono due: il primo legato agli 11milioni di euro di compensazioni ambientali che devono essere versati ai Comuni, oltre alla risoluzione dei numerosi problemi locali; l’altro è legato al pedaggio della tangenzialina di Varese che registra i dati di traffico peggiori di tutta Pedemontana.
Sulla tangenzialina di Varese transitano 9131 mezzi, contro gli oltre 41mila ipotizzati dal piano economico finanziario del 2014 che era già stato ridotto rispetto ai numeri del 2009.
I sindaci chiederanno la gratuità dei 7 chilometri di tangenzialina da Gazzada a Lozza: l’idea che potrebbe piacere anche all’ex ministro è quella della statalizzazione di Pedemontana, un’ipotesi che avrebbe il placet anche da Roma ma che di fatto sfilerebbe una parte di Pedemontana a Regione Lombardia. Inoltre, sarà chiesta la gratuità dello svincolo di Solbiate Olona in nome della sicurezza stradale. La questione varesina dunque potrebbe essere risolta facilmente e i sindaci hanno fretta di trovare gli accordi, soprattutto perché sono consapevoli della criticità degli altri nodi di Autostrada Pedemontana Lombarda: dai problemi finanziari alla bonifica della diossina nella zona di Seveso.
La più grande opera di Regione Lombardia in questo momento è ferma, sebbene sia un’infrastruttura strategica anche a livello statale, poiché il governo ha finanziato l’autostrada con un miliardo e 250milioni di euro, oltre a 390milioni di euro in defiscalizzazioni. Sollevando lo sguardo dalle questioni locali, l’ex ministro Di Pietro deve far fronte a problemi quali le riserve da corrispondere a Strabag, ovvero i 3,2 miliardi di euro richiesti dalla società costruttrice: la commissione di tre periti ha fortemente ridimensionato le richieste dell’azienda austriaca, stimando l’importo del debito tra i 20 e i 60 milioni di euro. Nei giorni scorsi Di Pietro ha avuto un incontro con Cal (concessioni autostradali lombarde) e Strabag: l’accordo è sfumato tanto che l’ex ministro pare che abbia contestato la posizione di Cal rispetto all’accordo, tanto da minacciare di portare la questione in tribunale.
Sul fronte diossina e bonifiche, invece, i sindaci della Brianza hanno avuto gli esiti dei carotaggi sui terreni interessati dal passaggio della futura autostrada e già colpiti dall’incidente Icmesa del 10 luglio 1976: la concentrazione di diossina super il 40 per cento. «Si tratta della relazione di accompagnamento che comprende i referti analitici di ogni singolo campionamento effettuato prima dell’estate, le relative tavole e il rapporto di commento predisposto dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente», spiegano in una nota gli amministratori dei Comuni di Seveso, Cesano Maderno, Desio, Bovisio Masciago e Barlassina, «La documentazione conferma quanto le amministrazioni comunali hanno sempre sostenuto: la contaminazione residua derivante dall’incidente Icmesa comprende tutta l’area interessata dalla realizzazione della Pedemontana. Nessun intervento potrà essere effettuato senza un adeguato e condiviso consenso delle amministrazioni comunali. Vista la documentazione prodotta, chiediamo che vengano effettuati gli approfondimenti richiesti da Arpa nel suo rapporto di commento alle analisi, per una corretta definizione del modello concettuale della contaminazione, consistenti in ulteriori analisi dei campioni prelevati, oppure l’effettuazione di nuovi sondaggi».
E resta sempre aperto il tema su cui pende anche un’interrogazione del Movimento 5 Stelle in Regione Lombardia: chi pagherà la bonifica? Regione o Pedemontana?