Il mercato del lavoro è in continua evoluzione; negli ultimi anni stanno nascendo sempre nuove professionalità, mentre altre stanno di fatto gradualmente scomparendo. Per capire in che direzione sta andando la provincia di Varese da questo punto di vista e per aiutare anche i nostri giovani a scegliere un percorso di studi che abbia reali sbocchi lavorativi, abbiamo chiesto alle associazioni di categoria varesine quali sono i mestieri che a loro parere si andranno a imporre sul nostro territorio nei prossimi anni. Passaggi generazionali «Le dinamiche del mercato del lavoro varesino sono fortemente influenzate dalla profonda vocazione manifatturiera del territorio – premette Riccardo Comerio, presidente dell’Unione degli Industriali della provincia di Varese – Nonostante la crisi, l’industria rappresenta ancora la spina dorsale della nostra economia locale; un ruolo che può essere confermato solo se sapremo creare virtuosi passaggi generazionali all’interno delle nostre aziende, attraverso la giusta valorizzazione dell’istruzione tecnica». Di quali competenze avranno bisogno nel prossimo futuro le nostre aziende? «Penso a quelle necessarie per lavorare in realtà sempre più orientate alla fabbrica 4.0, all’internet of things, alla prototipazione rapida, ma anche a tutto quel mondo del terziario avanzato che lavora al servizio di un’industria sempre più intelligente e che è in grande sviluppo anche nel Varesotto» risponde Comerio, che ricorda come nel nostro territorio gli impiegati nei settori ad alto contenuto tecnologico sono il 12% della forza lavoro locale. «Flessibilità negli orari, saper lavorare per obiettivi, avere una preparazione multidisciplinare, coltivare una propensione internazionale al lavoro; questo chiedono le imprese ai proprio collaboratori – afferma il leader di Univa – le aziende hanno bisogno di figure in grado di traghettarle verso un futuro digitale». Manualità e sperimentazione Del ruolo fondamentale delle nuove tecnologie parla anche Davide Galli, presidente di Confartigianato Imprese Varese. «Le figure professionali più richieste dalle imprese sono quelle che sanno abbinare la tradizione con le nuove tecnologie, anche nei settori più tradizionali – dichiara Galli – il “nuovo artigiano” deve essere capace di saper sfruttare, oltre alla sua manualità, anche la connessione, l’interazione e la sperimentazione». Sì a figure operative da inserire nei processi produttivi ma anche skill professionali di stampo manageriale, anche nel campo della sostenibilità ambientale. «A fare la differenza – conclude Galli – è un capitale umano che porti progettualità; ecco perché le imprese vogliono giovani competenti e che abbiano già lavorato in azienda con stage, tirocini, apprendistato duale o alternanza scuola lavoro; tutto questo dà una marcia in più». Stesso discorso vale anche per il settore del commercio. Saper essere consulenti «L’innovazione tecnologica è parte integrante dell’attività commerciale – osserva Roberto Tanzi, direttore di Ascom Varese – anche il commercio ha bisogno di professionalità nuove da questo punto di vista». Come si evolverà il commercio del futuro? «Bisogna lavorare sui servizi da offrire a una clientela sempre più esigente che va stupita, per farsi preferire alle vendite online – spiega Tanzi – Gentilezza, passione e prezzo da soli non bastano più; non basta essere commercianti, bisogna essere anche consulenti. Nuove figure professionali nel nostro settore nascono da queste esigenze, dal necessario cambio di mentalità, che può essere facilitato dal confronto tra imprenditori»