Gli spagnoli di Phi insistono «Gli esuberi sono inevitabili»

La Prealpina - 06/09/2016

Non sono state vacanze certamente serene per i 280 dipendenti della Mascioni, l’azienda tessile ex gruppo Zucchi, al centro di una difficile trattativa sindacale con la nuova proprietà spagnola di Phi. In ballo ci sono 117 esuberi , per i quali è già stata aperta la procedura di mobilità, nonostante non si sia ancora arrivati a un accordo sindacale. La strada è assolutamente in salita e lo si è visto anche ieri, alla ripresa delle attività. I rappresentanti sindacali, infatti, hanno riunito i lavoratori in assemblea, per fare il punto sulla trattativa. A fine luglio, all’uscita dall’ultimo incontro, gli esuberi erano scesi da 117 a 105 e l’incentivo all’uscita volontaria era arrivato a 17.500 euro. Una proposta aziendale che i dipendenti, ieri, all’unanimità, hanno rispedito al mittente.

Oggi toccherà a Ernesto Raffaele (Cgil), Pietro Apadula (Cisl) eAntonio Parisi (UIl), comunicarlo ufficialmente all’azienda. Questa mattina, infatti, nella sede dell’Unione Industriali della provincia di Varese, riprenderà la trattativa . Ma è evidente che le posizioni sono ancora molto distanti.

Per la verità, la stessa direzione aziendale, lo ha già fatto capire nel tardo pomeriggio di ieri, con una nota in ci in cui afferma di «prendere atto con stupore e rammarico dell’esito della votazione da parte dell’assemblea dei lavoratori, che rappresenta un deciso passo indietro nel negoziato in corso con e organizzazioni sindacali e, di conseguenza, un rallentamento nell’attuazione del piano di rilancio ». Non basta. L’azienda ribadisce con forza la ferma volontà di proseguire sulla via intrapresa. «Si ricorda che la riduzione dell’attuale organico – si legge nella nota ufficiale Mascioni – determinata dall’esubero strutturale dei lavoratori, è parte integrante e, come tale, inevitabile del piano concordatario che l’azienda si è impegnata a rispettare nei confronti dei creditori per garantire le condizioni necessaire alla sua permanenza nel mercato di riferimento». Insomma, non si profilano cambi di strategia all’orizzonte.

Ma i rappresentanti sindacali non si arrendono e oggi ribadiranno con forza al management aziendale la necessità di trovare soluzioni alternative, ovvero i contratti di solidarietà, che consentirebbero di salvare economicamente e socialmente tutta l’area intorno a Cuvio. La partita è molto dura.