Ormai è passata una settimana quasi sempre sotto lo zero e non si vede ancora un po’ di tepore all’orizzonte. Il gelo sta mettendo in grave difficoltà l’agricoltura varesina, colpita in ogni suo settore: da quelli principali, come il latte e il florovivaismo, arrivando alle nicchie degli ortaggi di stagione che, però, di stagioni così lungamente fredde ne hanno viste ben poche.
Partendo dalle serre per la coltivazione di fiori, gli agricoltori sono praticamente certi della stangata che arriverà in bolletta. Gas o gasolio poco cambia: per non far morire i fiori, la temperatura dove crescono ciclamini, primule e tutte le altre piante deve essere mantenuta fra i 16 e i 19 gradi a seconda della coltivazione. E, ovviamente, se all’aperto la colonnina di mercurio fatica a salire sopra lo zero, per mantenere il microclima artificiale bisogna tenere il riscaldamento acceso a tutto spiano. Risultato: «Già il costo dell’energia – dicePasquale Gervasini, presidente di Confagricoltura – incide per il 30% delle spese in generale, ma con una stagione così, si rischia di andare ben oltre. I costi aumenteranno, ma i prezzi riconosciuti dal mercato difficilmente si alzeranno».
Insomma, i margini saranno da brividi, un po’ come questo gennaio. Tanto che nell’azienda agricola di Paolo Minonzio, a Bobbiate, si sono congelate le tubature nel terreno e l’acqua per gli animali non arriva: «Abbiamo settanta bovini da carne – spiega l’agricoltore – e per abbeverarli servono circa 18-20 litri al giorno. Visto che il sistema non funziona, dobbiamo fare avanti e indietro da casa coi bidoni d’acqua calda per scongelare. Con la raccolta del fieno siamo fermi per ovvi motivi ma, peggio è andata alle verdure da foglia: da 15-20 giorni non si raccoglie nulla e chissà per quanto tempo andrà avanti. Insalatine, spinaci, coste ed erbette sono rovinate e quasi tutte invendibili. Erano almeno tre anni che non accadeva un problema simile e, più che le temperature basse, il problema è la loro costanza verso il basso visto che, ormai, ciò dura da sette giorni e pare che andrà avanti ancora per un po’».
Insomma, mentre la raccolta di insalata, fra cui la pregiata valeriana è compromessa, Fernando Fiori ha qualche speranza almeno sulle lattughe e i rapanelli, mentre le stalle da latte navigano a vista: «Il gelo fa soffrire gli animali – afferma il presidente di Coldiretti – tanto che la produzione di latte è calata dal 5 al 10 per cento per ciascun capo. Inoltre vi è il problema dell’acqua gelata, specialmente nelle aree più fredde, come in Valcuvia e Valceresio. Gli agricoltori si arrangiano, ma ciò porta un ulteriore aumento dei costi in un momento di crisi».
A proposito delle vacche da latte, «al giorno – spiega Paolo Zanotti dell’azienda agricola il Ronco di Casciago – sono animali che dovrebbero bere fino a 60-70 litri al giorno. Ora invece fanno fatica perché l’acqua è fredda e il gelo le blocca. Di conseguenza non mangiano e quindi producono meno latte. Fino a pochi giorni fa stavamo vivendo un inverno mite, ora siamo al gelo. Speriamo finisca in fretta questa ondata».