Una campagna informativa in giro per i principali capoluoghi di provincia della Lombardia, Varese inclusa, per far conoscere e toccare con mano le opportunità offerte da “Garanzia giovani”, il programma europeo contro la disoccupazione giovanile. A lanciare il singolare tour in sei tappe che prenderà il via nelle prossime settimane, nel corso di un incontro che si terrà stamani a Palazzo Lombardia, sarà l’assessore regionale al Lavoro, formazione professionale e Istruzione Valentina Aprea, che per l’occasione renderà pubblici i risultati ottenuti nei primi due anni di attuazione del piano. Un piano che ha come parole d’ordine l’orientamento, la formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro dei cosiddetti “Neet”, cioè gli under 29 non impiegati e non in cerca di istruzione o formazione, il cui numero in Italia è di circa 1,34 milioni, pari al 22,2% della popolazione giovanile. Numeri e percentuali pesanti: in tutta Europa se ne contano infatti 7,5 milioni, pari al 12,9% della fascia di riferimento. Le Regioni hanno un ruolo fondamentale in tema di “Garanzia Giovani”, perché hanno adottato un proprio piano per declinare le opportunità sul loro territorio.
Per esempio, Regione Lombardia ha scelto di destinare la maggior parte delle risorse finanziarie sull’accompagnamento al lavoro (l’investimento è di oltre 35 milioni di euro) e sull’incentivo del bonus occupazionale riconosciuto per i contratti a tempo indeterminato e per quelli a termine (52 milioni di euro) con l’obiettivo primario «di garantire un supporto efficace nella ricerca attiva del lavoro e incentivare le imprese a investire sui più giovani, assumendoli».
In particolare, Regione Lombardia «ha investito più di tutte le altre Regioni su queste due misure, confermando la strategia tipica del modello dotale lombardo fortemente orientata al raggiungimento di un risultato occupazionale – ha spiegato l’assessore Aprea -. In questi primi due anni di funzionamento, la nostra regione si è distinta nella capacità di sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’Europa, non solo investendo sulle misure del programma che hanno un maggior impatto in termini di “occupabilità”- leggi: percorsi di inserimento lavorativo ad hoc, bonus assunzioni anche per i contratti di apprendistato -, ma anche proponendo un modello di mercato di lavoro competitivo, basato su una rete di operatori pubblici e privati accreditati diffusi sul territorio».