Gallarate La piscina riapre. All’aperto

La Prealpina - 26/04/2018

Con oggi sono 65 giorni che le vasche coperte della piscina di Moriggia sono chiuse al pubblico. Due mesi pieni durante i quali i motivi di sicurezza, a causa del cedimento di alcuni pannelli del controsoffitto e di altri problemi strutturali, hanno logicamente avuto la meglio sul servizio pubblico. Ma a che punto siamo? Amsc è arrivata a qualche conclusione sull’agibilità del suo centro natatorio sia a medio sia a lungo termine? Quando comincerà la stagione estiva negli impianti scoperti? E la commissione congiunta Lavori pubblici-Bilancio: è stata fissata la data della seconda convocazione come garantito alla fine della prima? Insomma, quesiti e dubbi sul problema continuano a non mancare. Al momento una delle poche certezze riguarda il rimborso subito attivato di abbonati e corsisti che sta proseguendo con regolarità. Ma non è l’unica.

Le scoperte

Partiamo allora dall’altra sicurezza: l’imminente riapertura della piscina di Moriggia. Non perché finalmente è stata trovata la soluzione per le vasche interne, bensì in virtù dell’avvio della stagione estiva: le scoperte olimpioniche (50 metri e tuffi) e quella dei piccoli saranno disponibili al pubblico dal 28 maggio. Il programma del nuoto all’aperto, con orari, prezzi e regole, si trova sul sito istituzionale della multiservizi. In buona sostanza dalle 9 alle 21.30, fino presumibilmente alla prima domenica di settembre che cade il 2, ci sarà la possibilità di usufruire dell’impianto.

I trofei

La stagione estiva avrà quale prologo il tradizionale weekend del Nuoto club Gallarate. Che, dopo aver dovuto spostare corsi e agonistica al Fitness Village di Jerago con Orago, tornerà a Moriggia per celebrare quello che è ormai il suo appuntamento classico di primavera: due giornate di gare all’aperto, che sono in programma sabato 26 e domenica 28 maggio, per alcuni trofei rientranti nel circuito della Federazione italiana nuoto tra i quali anche il quarantesimo Città di Gallarate.

Il medio termine

Nel frattempo in via Aleardi continuano i confronti in cerca di soluzioni. Innanzitutto, a medio termine con l’orizzonte di poter proporre la stagione invernale 2018-2019 al chiuso. Quindi, dal prossimo settembre. C’è però il problema dei pannelli appesi al tetto, oltre quello della tenuta della soletta tra le vasche grande e piccola sopra i tunnel dei servizi. Se per quest’ultima basta puntellare in modo adeguato al fine di garantire la sicurezza, per la controsoffittatura rifatta nel 2010 sono al vaglio ormai da più di un mese diverse ipotesi. Quella che, al momento, può trasformarsi in rimedio utile a riportare corsisti e abbonati è eliminare il ribassamento con la coibentazione in materiale espanso (gonfiato dall’umidità al punto da scardinare la pannellatura), ripulire il tutto, dare magari una bella riverniciata, al massimo inserire a decoro una serie di leggeri drappeggi sospesi e così eliminare gli elementi che potrebbero cadere. Sarebbe tutto sommato un intervento semplice, contenuto nei costi, efficace ai fini del servizio, relativamente veloce da realizzare. Per di più non sarebbe necessaria la rete di contenimento da 25mila euro d’affitto per un bimestre.

Il lungo termine

C’è poi il vero nodo. Il famoso project financing. L’obiettivo a lungo termine del quale la giunta Cassani parla da due anni, inserendolo in due Documenti unici di programmazione consecutivi, ma sul quale finora non c’è stata decisione. L’iter quindi deve ancora cominciare e non soltanto per responsabilità di Amsc, anzi. In qualsiasi caso, in base a quanto emerso negli ultimi giorni, adesso le idee al vaglio pare siano un paio. La prima: affidarsi a un privato che si occupi della riqualificazione del centro natatorio, mantenendo in house la gestione e rateizzando la spesa. La seconda: dare l’intero impianto a un privato che lo sistema e lo lascia poi gestire a una società specializzata. Soltanto questo però rientrerebbe nella tipologia di partenza. Inoltre, in entrambi i casi, l’orientamento sarebbe di una ristrutturazione totale: tenere solamente la struttura, se non addirittura abbatterla, e ripensare tutto il resto ex novo. Magari, con lo scopo di ampliare il centro natatorio, prendendo in considerazione anche il vicino campo di proprietà dell’azienda sul quale la concessione quinquennale alla Crennese è scaduta nel luglio 2017 (ma sarebbe tuttora in uso della società calcistica) e che permetterebbe sviluppi strutturali.