Mercoledì intenso a Palazzo Borghi. E soprattutto fuori. Le dimissioni di Franco Liccati da assessore ai Servizi sociali, consegnate al sindaco Andrea Cassani lunedì e comunicate alla città martedì, ieri sono state ufficialmente accettate e protocollate in municipio. In teoria sarebbero state anche superate – nel giro di soli tre giorni dalla prima mail dell’ormai ex – con la scelta del nuovo componente della giunta di centrodestra: Sandro Rech, già segretario cittadino della Lega Nord e già presidente del Consorzio Olona, nonché storica figura di spicco del leghismo gallaratese. Un nome sul quale si trovano d’accorto il primo cittadino e il suo partito che è il Carroccio.
Questo a inizio giornata. Poi a metà mattina comincia a emergere nel resto della maggioranza, in particolare in Forza Italia e in Libertà per Gallarate (i ferrazziani), il gelo sulla decisione assunta in autonomia. Nel pomeriggio partono dunque i confronti incrociati. All’ora dei vespri, però, tutto è bloccato nell’attesa della necessaria condivisione tra tutti gli alleati.
Così, il risultato è che l’idea di celebrare il Consiglio comunale di ieri sera con un’amministrazione al completo, nonostante le dimissioni a sorpresa dell’assessore ferrazziano, deve essere giocoforza accantonata. A favore di una riflessione più ampia. Come in aula fa capire lo stesso Cassani quando, alle comunicazioni, pronuncia l’unica dichiarazione sul tema: «Dopo le consultazioni che ho avuto nel partito ieri (martedì, ndr) e che sono proseguite oggi (ieri, ndr), sono iniziati i colloqui con le altre componenti di maggioranza. Colloqui che proseguiranno nei prossimi giorni al fine di arrivare al più presto a una scelta condivisa».
In realtà, secondo affermazione del sindaco, questo posto spetta alla Lega. Che aveva lasciato a Libertà (formazione che non si è presentata alle elezioni con una propria lista, ma è riuscita a farsi eleggere due consiglieri candidandoli in quella del Carroccio) la delega ai Servizi sociali per garantirle una presenza nell’esecutivo. Di conseguenza l’iniziale confronto è stato tra il primo cittadino, il quale ha facoltà di affidare le deleghe in piena autonomia (fatti sempre salvi i rapporti con chi lo sostiene), e il suo partito. E la decisione è caduta su Rech: gli sarebbero assegnati i Lavori pubblici, sottraendoli all’assessore Paolo Bonicalzi che verrebbe spostato al Sociale. In pratica, un rimpasto circoscritto ai posti leghisti.
Tra l’altro, quasi profeticamente, settimana scorsa Rech aveva guidato Cassani e il vicesindaco Moreno Carù nella preparazione del piatto cittadino (riso e fagioli) alla gara benefica “Cuore di cuochi” contro Varese e Busto Arsizio. Però, nonostante sembrasse tutto definito e pronto per l’annuncio, il rimpasto è stato congelato. Su suggerimento di forzisti e ferrazziani che reclamano un metodo di scelta diverso. Basato sulla condivisione.